MEDI@EVO: LA FACCIA OSCURA DELLA RETE

Chi odia e chi no, chi istiga alla violenza e chi invece pensa, due, tre volte prima di pubblicare o condividere. Il web e i social media sono un mondo difficile e bellissimo in cui c’è anche un lato oscuro: quello dell’ ‘hate speech’. Quali meccanismi muovono la violenza verbale sulla rete?  Chi sono i “Troll”? I social moltiplicano “l’effetto sciame”, spingendoci a diventare membri di gruppi di cui normalmente non siamo parte?  Questa deriva è inevitabile o possiamo utilizzare diversamente il web e i social network, arginando una violenza che è molto più reale di quanto pensiamo?

Ne abbiamo discusso con..

Luciana Ganga e Pierandrea Cao, di ReAct ,  finalisti del “P2P: Challenging Extremism initiative”, progetto dedicato al contrasto dell’estremismo violento promosso dal Dipartimento di Stato Americano  in collaborazione con facebook.
Nicolò Migheli, sociologo e scrittore
Francesca Mulas, giornalista di Sardinia Post

…partendo dai 10 punti del “Manifesto della comunicazione non ostile(impariamoli a memoria come le tabelline, che ci fa bene).

1) Virtuale è reale: dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona
2) Si è ciò che si comunica: le parole ci rappresentano
3) Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario per esprimere al meglio quello che penso (quindi ad alcuni bastano 3 decimi di secondo)
4) Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, manco io.
5) Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri
6) Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze
7) Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini dopo averli letti, valutati, compresi
8) Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare: non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare
9) Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a sostegno della mia tesi
10) Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere taccio.

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