La sola notte – Gianni Usai a Incipit

“Come si racconta la notte? Sono partito da un’idea, per poi accorgermi che l’unico modo per raccontare questa storia era calarmi nei panni dei personaggi e in questa notte infinita provare a immaginare pagina dopo pagina cosa sarebbe successo. Una storia chiusa in un appartamento, in pochi metri quadri, senza nessun punto di riferimento. Una realtà in cui i sensi e i riferimenti spaziali e temporali non servono più.”

Il sole ha smesso di sorgere e la Terra vive l’era della sola notte. L’umanità è relegata in minime isole domestiche di debole luce artificiale, sempre meno numerose, sperdute in un oceano di oscurità illimitata. Nessuna luna, neanche una stella a sfidare il nero assoluto e perenne. Gianni Usai, con il suo quarto romanzo “La sola notte“, edito da “Il Maestrale”, è l’ospite di questa puntata di Incipit.

Il consiglio di lettura di questa puntata è “Io?” dello scrittore tedesco Peter Flamm, romanzo del 1918 riscoperto e pubblicato da Adelphi a più di 100 anni di distanza: “Un libro ancora molto attuale che racconta di un soldato tedesco che nei giorni immediatamente precedenti alla fine della prima guerra mondiale, si imbatte nel cadavere di un commilitone, medico di guerra, di cui recupera il passaporto che poi usa per assumere l’identità del compagno scomparso, finendo per non capire più quale sia il confine tra la sua precedente identità e quella rubata. Un romanzo che è una metafora della devastazione che produce la guerra per chi la vive al fronte, ma forse anche una metafora della vita di ciascuno di noi e della difficoltà che abbiamo a tenere insieme la molteplicità della nostra identità.”

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