L’ospite di questa puntata di “Un caffè a Radio X” è Roberto Rubiu, giornalista sportivo e telecronista: volto noto per gli amanti della pallacanestro, Roberto è oggi l’unico telecronista di basket in Sardegna a lavorare con importanti emittenti che trasmettono la serie A e le competizioni internazionali. Ai nostri microfoni ha raccontato la sua storia, che l’ha portato a uno dei più grandi palcoscenici europei del basket, l’Eurolega: «Ho iniziato con la testata Sardegna Sport e poi proprio a Radio X nel 2016, dove conducevo il programma “Doppio Misto” con Fabio Frongia, oggi addetto stampa del Cagliari Calcio. Già da piccolo però ero uno di quei bambini che andavano a scuola con il giornale sportivo da leggere durante la ricreazione… Sognavo di intraprendere questa professione, anche se i miei volevano che diventassi ingegnere. Ma non si può mentire alla propria natura, e ho deciso di seguire la mia passione. Il mio grande sogno era arrivare alla Serie A di basket; non ci sono arrivato come giocatore, ma ci sono arrivato come telecronista. Il 90% dei telecronisti arriva da Milano o Roma, ma volevo dimostrare che anche chi parte dalla Sardegna può raggiungere certi livelli. Ho dovuto fare il giro lungo, non ho avuto la possibilità di fare la scuola di giornalismo, perché costava tanto. Dalla Sardegna sono arrivato a fare telecronache a questo livello partendo dalla gavetta.»
Roberto ha poi parlato di Basketland, il progetto co-fondato con la giornalista Laura Fois: una piattaforma pensata per dare visibilità non solo alle grandi squadre, ma anche alle realtà più piccole e ai giovani emergenti: “Un progetto che nasce per dare visibilità a chi lavora sui campi e magari non ha le luci della ribalta, ma porta avanti con enorme passione il movimento cestistico. Vogliamo raccontare il basket dal punto di vista di chi lo vive, partendo dalle categorie giovanili e dagli istruttori, e dando voce ai protagonisti che, spesso, sono invisibili. Non raccontiamo solo i risultati o le statistiche, ma ci interessa mettere al centro le persone e le loro storie.”
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