In questa puntata di “Un Caffè a Radio X”, Martina Benoni ha ospitato Claudio Mastroianni, un professionista nel campo della comunicazione digitale e dello storytelling. Nato in Svizzera da emigrati calabresi, Mastroianni ha costruito la sua carriera unendo la passione per la scrittura creativa alla strategia digitale.
Ai nostri microfoni ha raccontato il suo percorso, dagli anni a Roma per studiare alla Lumsa, a Milano, dove ha lavorato per Mondadori nella sezione digitale, sino al suo trasferimento in Sardegna, nato da una combinazione di scelte personali e di un’esigenza di ritrovare equilibrio: “Dopo anni frenetici a Milano e una parentesi di burnout, sentivo il bisogno di un cambiamento”. A spingerlo verso Cagliari è stato anche l’amore: “Ho conosciuto un ragazzo cagliaritano e grazie a lui ho avuto modo di vivere la città da insider. Scoprire Cagliari così è stato incredibile. Qui ho trovato una città vivace, con una forte identità e una comunità accogliente.”
Per Claudio, Cagliari è una sintesi perfetta tra la calma e il calore del Sud Italia e la vivacità culturale: “La comunità LGBTQ+ qui è molto attiva e presente, con un’identità forte e un senso di appartenenza che a Milano, forse per le dimensioni della città, è più difficile da vivere. Cagliari è una città in crescita, sia sul piano sociale che economico, e questo per chi lavora nella comunicazione è un grande stimolo.”
Anche dal punto di vista professionale, Mastroianni ha trovato nella città un luogo favorevole per il suo lavoro da freelance. Oggi, infatti, collabora con clienti internazionali e italiani, ma spera di potenziare i suoi progetti con realtà locali: “Mi piacerebbe lavorare di più con i sardi, penso che ci sia un potenziale di crescita comunicativa per tante piccole e medie imprese che spesso non hanno risorse o idee chiare su come promuoversi.”
Nel corso dell’intervista, Claudio ha riflettuto anche sull’evoluzione della comunicazione digitale e su come internet abbia influenzato la sua visione: “Sono stato uno di quei figli della blogosfera, uno dei primi a raccontare di sé online,” racconta. “All’epoca i blog erano luoghi di vera introspezione, erano diari pubblici dove si metteva in gioco molto di sé. Oggi, con i social, è diverso, e bisogna saper distinguere la sincerità dalla finzione.” Spazio anche all’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro: “L’IA può semplificare alcuni processi, ma rischia di appiattire la creatività. Bisogna essere attenti e mantenere un’etica del lavoro, rispettare la creatività altrui. Per chi fa storytelling, l’autenticità è fondamentale e va preservata.”
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