“No Caption needed”, la danza come manifesto d’esistenza – Un caffè a Radio X con… Giulia Cannas

Venerdì 6 dicembre a partire dalle ore 19, gli spazi di Sa Manifattura a Cagliari ospiteranno la presentazione di No Caption Needed, il nuovo lavoro della danzatrice, performer e autrice Giulia Cannas, un’opera in progress che esplora il tema della marginalità e delle periferie. Il progetto, nato nel 2021 con il supporto dell’associazione Tersicorea e vincitore dell’incentivo alla scrittura coreografica al Festival Cortoindanza, ha trovato nuova linfa grazie alla residenza artistica offerta da “Fuorimargine”. Ne abbiamo parlato all’interno di Un Caffè a Radio X con Giulia Cannas: «Questa è la mia prima residenza con loro. Le residenze sono fondamentali: sono il tempo e lo spazio in cui si costruisce tutto ciò che poi il pubblico vede in scena. Senza questo momento di ricerca, ciò che presentiamo sarebbe solo improvvisazione. Mi interessa indagare un corpo non addomesticato, un corpo grezzo», spiega l’artista, «perché credo che sia una metafora potente della marginalità. Non un limite, ma una possibilità. Sergio Atzeni parlava dei margini non come qualcosa di negativo, ma come uno spazio di libertà e creatività».

Il viaggio creativo di No Caption Needed ha attraversato anche scenari internazionali, con residenze a Parigi, presso la Cité Internationale des Arts, e a Venezia per il progetto “Nuovo Grand Tour”: «Ritornare su questo lavoro anni dopo mi ha permesso di vederlo crescere insieme a me. C’è una maturità diversa, che mi ha aiutato a trasformare ciò che era “vecchio” in qualcosa di nuovo». La danza, per Giulia Cannas, non è solo movimento, ma una manifestazione d’esistenza: «Non mi interessa l’estraniazione o la fuga dalla realtà. Quello che cerco è eliminare la distanza tra chi sono e ciò che faccio. La danza è per me una forma di presenza pura, un’espressione dell’essere». Accanto al percorso artistico, Giulia ha sottolineato l’importanza di creare un dialogo con il territorio e il pubblico: «Cagliari è un luogo in cui si sente crescere una risposta di fiducia verso le arti performative. Ma c’è ancora bisogno di educare gli spettatori e le spettatrici a guardare con occhi nuovi, accogliendo linguaggi contaminati e innovativi».

info / sardegnateatro.it / fuorimargine.eu

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