
L’ospite di questa puntata di “Un caffè a Radio X”, insieme a Martina Benoni è Francesco “Fr3nk” Liori, disegnatore e creativo cagliaritano: abbiamo ripercorso la sua storia e le sue influenze, svelando aneddoti personali e professionali.
Cresciuto tra gli scaffali del negozio di fumetti e dischi dei suoi genitori negli anni ’90, Francesco ha da subito mostrato una naturale inclinazione per il disegno: “Ho avuto la fortuna di poter stare dentro una libreria, fumetteria, negozio di dischi e durante gli anni novanta, quindi chiaramente sono stato iper-sovra stimolato da tutto quello che è il fumetto, il cinema, la cultura underground, la musica di quegli anni, ma anche da tutti i personaggi che frequentavano quella libreria, tra cui musicisti, artisti e pittori.”
La sua carriera è un perfetto esempio di contaminazione artistica: “Sono cresciuto in questo mondo contaminato e tuttora vivo di contaminazione”, ha affermato Francesco durante la chiacchierata, ricordando il forte legame tra musica, disegno e sottoculture come quella del surf, dello skate e del metal. Da qui è nata anche l’idea di creare un brand di abbigliamento: “Il marchio Doomsday nasce dalla nostra passione per il mondo del fumetto, ma anche dalla cultura streetwear. Ci piaceva l’idea di creare qualcosa che unisse queste due realtà, un brand che parlasse sia a chi ama i fumetti che a chi è appassionato di street culture. Il nome è un omaggio a Doomsday, il personaggio di Superman, ma anche una metafora di rottura, di cambiamento. Volevamo che il nostro brand rappresentasse qualcosa di forte e riconoscibile.” Un marchio di successo, oggi distribuito a livello internazionale, con punti vendita a Londra, Barcellona e recentemente anche a Cagliari, in via Garibaldi.
Nel corso dell’intervista, Francesco ha sottolineato quanto sia importante per lui mantenere un approccio spontaneo e autentico nei suoi progetti. “Rimanere genuini, spontanei, e non fare altro che portare se stessi all’interno di un progetto è forse il segreto”, ha detto, pur riconoscendo le difficoltà di mantenere questa integrità nel mondo dell’industria creativa moderna, sempre più regolata da linee guida e direttive.
Nel finale dell’intervista, Francesco ha espresso le sue riflessioni sulla censura nell’arte contemporanea, soprattutto legata alla gestione dei social media. Il brand Doomsday è infatti stato più volte bannato per grafiche considerate controverse, nonostante i loro messaggi spesso portino un messaggio di denuncia sociale. “Abbiamo fatto delle cose contro la guerra, contro l’inquinamento, ma veniamo censurati. Per me questa è una forma di censura”, ha affermato, paragonando la situazione attuale alle distopie dei film anni ’80. Spazio anche per qualche riflessione sul cambiamento dell’industria creativa nell’era dell’intelligenza artificiale, che secondo Francesco sta portando verso una standardizzazione delle espressioni artistiche: “L’AI è un tool, quindi noi lo possiamo e lo dobbiamo usare. Mi è capitato però di vedere delle intere campagne pubblicitarie, di robe creative fatte da competitor completamente sviluppate dall’intelligenza artificiale o di vedere anche delle copertine di artisti anche grossi, che possono permettersi di pagare un artista per sviluppare un concept per i loro dischi, realizzati completamente con l’intelligenza artificiale. Questo un po’ mi fa cadere le braccia a terra. Io disegno tutti i giorni, scrivo tutti i giorni e mi do da fare ogni giorno per crescere e migliorare e fare di meglio. A tutti i ragazzi voglio dare un consiglio: allenate la mente perché questa intelligenza artificiale vi fa solo atrofizzare i muscoletti del cervellino.”
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