Un viaggio tra parole e movimento: l’arte di Catia Castagna – Un caffè a Radio X

All’interno di “Un caffè a Radio X”, la rubrica condotta da Martina Benoni, abbiamo avuto il piacere di ospitare Catia Castagna: attrice, regista e performer, Catia si è raccontata, in occasione dell’ultima giornata del Festival Tuttestorie, concludendo con entusiasmo un’edizione dedicata a un tema affascinante quanto delicato come quello della “fine”, e rivelando come la creatività dei più piccoli abbia guidato la creazione del suo spettacolo di chiusura.
Catia, cresciuta nel quartiere di Ostia a Roma, ha iniziato il suo viaggio artistico in tenera età, grazie ai clown Colombaioni, celebri collaboratori di Federico Fellini, che hanno portato nella sua scuola un progetto di teatro. Da quel momento, la sua vita è stata segnata dall’arte performativa: “Sono stata una clown dai 7 ai 16 anni,” racconta, con un sorriso che tradisce l’entusiasmo per quella che definisce un’esperienza fondamentale. Da Ostia, la sua carriera l’ha portata a esplorare non solo il teatro italiano, ma anche a confrontarsi con realtà internazionali, dove il suo stile di recitazione, fortemente legato al movimento e all’espressività fisica, si è evoluto: oggi Catia non è solo attrice, ma anche regista e formatrice.
Il legame con il Festival Tuttestorie – Catia collabora con il Festival Tuttestorie dal 2016, anno del “coraggio”. In questi anni, ha coinvolto un numero crescente di bambini e ragazzi, molti dei quali sono cresciuti sotto la sua guida. Ma quest’anno, qualcosa di speciale ha arricchito la sua esperienza: “Per la prima volta, ho fatto una regia collettiva”, racconta entusiasta. Gli stessi bambini, che da tempo collaborano con lei, l’hanno aiutata a costruire lo spettacolo finale del festival, dimostrando una maturità e una capacità creativa che l’hanno profondamente colpita.

Quest’anno, il tema del festival è stato “la fine”, e Catia lo ha interpretato in modo profondo e riflessivo. “La fine non è necessariamente qualcosa di negativo,” spiega. “Anzi, può essere l’inizio di qualcosa di più bello.” Nei suoi laboratori con i bambini, ha affrontato il concetto di fine non solo come una conclusione, ma come un’opportunità per guardare dentro di sé e capire dove si vuole andare.
Uno spettacolo collettivo per celebrare la fine – Il gran finale del festival è stato un evento speciale, frutto del lavoro collettivo di Catia con bambini, bambine e illustratori. Accompagnato dalle musiche di Enrico Venturini e dai testi di Bruno Tognolini, lo spettacolo ha chiuso l’edizione con un messaggio forte: “La fine di ogni percorso creativo, in realtà, è solo l’inizio di qualcosa di nuovo. Ogni spettacolo, ogni laboratorio, lascia una traccia che si trasforma e cresce in qualcosa di diverso. È un concetto che trasmetto sempre ai bambini e alle bambine: la fine non deve mai essere vista come qualcosa di definitivo, ma come l’apertura verso altre possibilità. Ogni performance ha una sua vita, ma quando si chiude il sipario, si apre una nuova porta verso il prossimo capitolo.”

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