Area archeologica di Sant’Eulalia

In principio furono le termiti. Una grande colonia che sul finire degli anni Ottanta stava divorando gli arredi in legno e gli abiti liturgici custoditi nell’antica sacrestia di Sant’Eulalia. Fu così che scavando sotto il pavimento alla ricerca del termitaio il parroco scoprì il tesoro: un pozzo di età tardo-antica e una strada romana, perfettamente intatta, che scorre nelle viscere del quartiere Marina in direzione del porto. Larga circa quattro metri, lastricata con basoli in pietra rettangolari, la strada risale al IV secolo d.C. Ma non è che una delle straordinarie testimonianze venute alla luce negli scavi. Nel corso di oltre trent’anni, la campagna ha portato alla scoperta di un’area di circa 900 metri quadrati ad altissima densità di storia, con tracce che risalgono all’età tardo-punica (IV-III secolo a.C.), quando in questa zona periferica della città di Krly sorgeva un santuario che sarebbe restato in funzione sino all’inizio dell’età romano-imperiale (I secolo d.C.). L’area archeologica di Sant’Eulalia, alla quale si accede dal cortile retrostante la chiesa, è una macchina del tempo che consente di mettere in connessione i diversi periodi storici della città. Dalla dominazione punica a quella romana, quando il fulcro dell’antica Karalis si trovava proprio qui vicino, nell’attuale piazza del Carmine. E, dopo secoli di abbandono, fu sempre qui che prese vita sotto gli aragonesi il quartiere portuale della città. Furono loro a erigere la chiesa, intitolandola alla santa patrona di Barcellona e ampliandola a partire dal XVI secolo con successivi interventi. Sant’Eulalia è sempre stata la parrocchia e il cuore religioso del quartiere. Oggi ancora di più, grazie a questi ritrovamenti valorizzati attraverso un sistema museale (MUTSEU) che propone visite agli scavi e al Museo del Tesoro, dove sono custoditi argenti, dipinti, paramenti sacri e opere lignee di Sant’Eulalia ma anche del Santo Sepolcro e di Santa Lucia, le altre due chiese storiche della Marina.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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