Cimitero di Bonaria

Adagiato sul colle di Bonaria, a ridosso del santuario intitolato alla Madonna più amata dai sardi, c’è un cimitero che dalla prima metà dell’Ottocento – e sino a qualche decennio fa – ha ospitato le tombe dei cagliaritani. Per la città è un luogo speciale, non solo perché tutti hanno dei cari che riposano qui, tra i cipressi e le palme di questo parco a due passi dal mare. In realtà il cimitero di Bonaria è vissuto come una sorta di museo a cielo aperto, un giardino della memoria nel quale è bello perdersi tra lapidi, epitaffi e ritratti che – in un silenzio solenne – raccontano le vicende di illustri sconosciuti e di personaggi che hanno fatto la storia della città. E poi c’è l’arte. Le sculture, le cappelle coi bassorilievi, i monumenti marmorei o di bronzo annerito dal tempo. Camminando tra i viali alberati e lungo la salita che porta verso la cima del colle si incontrano statue di varie dimensioni e stile (dal neoclassico al realismo, dal simbolismo al liberty) realizzate in epoche diverse da generazioni di artisti. Tra puttini, angeli, madonne di varia foggia e ispirazione, riconosciamo le opere di scultori importanti che hanno operato in città tra l’Ottocento e i primi decenni del secolo scorso. Come l’artista di scuola piemontese Giuseppe Sartorio, autore del monumento a Francesca Warzèe. Uno specialista del genere, tra i più richiesti del periodo. L’arte funeraria, oltre che un’affermazione di status per i committenti, era occasione di sfida tecnica e creativa per gli artisti, che qui a Bonaria devono aver combattuto fior di battaglie a colpi di scalpello. Basti vedere quale prodigio sia riuscito a compiere il talentuoso Cosimo Fadda, autore di una bellissima statua neobarocca raffigurante una ragazza dal velo funebre trasparente; è stata realizzata per la tomba di Eulalia Cheirasco Loy nel tentativo di superare in maestria Giovanni Battista Villa, autore dieci anni prima del monumento a Maria Anna Barrago Ciarella, tutt’oggi considerato il vero gioiello del cimitero.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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