Eugenio Tavolara


Ti coglie di sorpresa, quando meno te lo aspetti, a uno degli incroci più trafficati della città. Inevitabilmente l’occhio viene attratto da quel grande pannello di pietra grigia e bianca dai motivi geometrici, con al centro un sole. Non è solo un bell’esempio di arte pubblica, collocato sulla facciata laterale del Palazzo Enel di via Roma. Quella che stiamo osservando è l’ultima opera di Eugenio Tavolara, l’artista che ha saputo reinventare l’artigianato sardo regalandogli una prospettiva di straordinaria modernità. Nel 1963, quando questo pannello decorativo gli venne commissionato, Tavolara aveva 62 anni ed era all’apice del successo, ormai riconosciuto come un designer di culto, celebrato sulle grandi riviste internazionali, esposto nelle gallerie di mezzo mondo e ammirato da colleghi come Giò Ponti. Tavolara aveva iniziato giovanissimo nella sua Sassari, producendo giocattoli e pupazzi di legno e cuoio ispirati all’arte cubista. Passato alla scultura, traspose i suoi originalissimi stilemi grafici nell’artigianato e il suo talento non passò inosservato. Ben presto, attraverso l’Isola, un ente regionale di promozione creato su misura per lui, divenne l’ispiratore e la guida di un autentico rinascimento della produzione di tappeti, cestini, ceramiche e altri manufatti della tradizione. Se a Sassari è possibile ammirare in tutta la sua bellezza il Padiglione Tavolara, realizzato insieme all’amico architetto Ubaldo Badas come sede dell’Isola, a Cagliari le tracce dell’artista sono assai più rarefatte. Oltre al pannello di via Roma, in piazza Yenne, nell’androne di un supermercato che prima era una sede della Banca di Roma, ne troviamo un altro non meno bello realizzato nel 1955, ispirato a scene di vita agropastorale. Figure primitive, graffiate su lastre di pietra verdastra, assemblate su una grande parete di marmo. Anche qui l’effetto sorpresa è garantito e basta uno sguardo per riconoscere il tocco del genio.
La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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