Gaetano Cima

Per secoli Cagliari è stata l’insieme di tante città. C’era quella aristocratica, arroccata sul colle di Castello. C’era la Marina, affacciata sul porto. C’erano i quartieri popolari di Stampace e Villanova, quasi due paesi a sé stanti. A metà Ottocento appariva chiaro che le diverse anime della Cagliari antica dovessero in qualche modo entrare in connessione. Serviva immaginare un nuovo tipo di città aperta, capace di rispondere ai bisogni della borghesia emergente e di affrontare le sfide della modernità. Il compito lo assunse un architetto di genio, che si era formato all’università di Torino e poi all’Accademia delle Belle arti di Roma. Creatività e ingegno, ricerca della bellezza e grande talento costruttivo: questo era Gaetano Cima, quando poco più che trentenne fu scelto per lavorare al nuovo piano regolatore della città e mettere mano ad alcuni importanti progetti. Su tutti il nuovo ospedale civile San Giovanni di Dio – forse il suo capolavoro – concepito e realizzato tra il 1840 e il 1850 secondo canoni squisitamente neoclassici, che univano equilibrio ed eleganza formale a una straordinaria funzionalità, con i padiglioni disposti su una pianta semicircolare attorno a un giardino centrale. In cima alla salita di via Santa Margherita che conduce verso Castello, il colonnato d’ingresso dell’ospedale è uno dei simboli della città ottocentesca. Così come altri importanti interventi realizzati dall’architetto negli stessi anni, dal Teatro Civico (poi parzialmente distrutto dalle bombe dell’ultima guerra) alla facciata della chiesa di San Giacomo a Villanova. Ma c’è un’opera che meglio di altre testimonia la visione di Cima non solo come architetto ma come urbanista. Sono le scalette progettate nel 1858 a ridosso dell’antico monastero e della chiesetta di Santa Chiara, per mettere in collegamento il quartiere di Stampace con via Cammino Nuovo e quindi con Castello. Meno di cento gradini, ma un vero salto nella modernità.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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