Le sculture di Nivola

La casa di tutti i sardi è un edificio anni Ottanta dai vetri fumé che spezza le linee liberty dei palazzi di via Roma. Arrivando dal mare, il Consiglio regionale è la prima cosa che noti: una macchia scura tra i colori pastello della Marina. Eppure – valore simbolico a parte – c’è qualcosa che rende unico questo palazzo. Tra le colonne in cemento che lo sostengono, custodisce il più prezioso e significativo intervento di arte pubblica in città: otto stupende sculture di Costantino Nivola, sospese su un lastricato di marmo grigio che l’artista di Orani immaginò come un grande lago salato. Camminando all’ombra dell’edificio, la sensazione è quella di entrare in un luogo sacro. E questo nonostante il traffico, i megafoni e gli striscioni dei picchetti di protesta che spesso animano l’androne del Consiglio regionale. Quattro grandi “dee madri” dalle forme rotonde e avvolgenti – come vele spiegate al vento – e quattro figure maschili (i “costruttori”) composte di blocchi squadrati, si osservano e ci osservano a distanza: figure primitive, dalle linee essenziali, quasi a mettere ordine nel caos circostante. Immaginiamo Nivola passeggiare su questo lastricato – il fisico asciutto e scattante, nonostante i 75 anni suonati – per scegliere la posizione esatta dove collocare le sue creature. Era il 1985 quando gli fu commissionata l’installazione; non sapeva che sarebbe stata l’ultima prima della morte. Dal suo paesino nel Nuorese era partito ragazzo, a 26 anni era diventato il geniale art director della Olivetti. Prima della guerra aveva scelto di vivere in America, dove si era ritrovato a dirigere riviste cult di grafica e architettura e a dividere lo studio con Le Corbusier. Le grandi università se lo contendevano, i musei di mezzo mondo facevano a gara per avere sue sculture. Eppure quel giorno lui era qui, sotto questo palazzone ancora in costruzione, a sistemare le sue figure ancestrali, nude e silenziose, per ricordarci chi siamo e da dove veniamo.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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