Palazzo Boyl


Quella mattina, 40 vascelli della flotta inglese comparvero dal nulla nel golfo degli Angeli per mettere fine a quattro secoli di dominazione spagnola in Sardegna. Sir John Leake, comandante della flotta britannica, dopo aver osservato a lungo la città col cannocchiale, annotò sul diario di bordo: “Cagliari è una grande e ricca città, estremamente ben fortificata da ottime mura e da bastioni regolari sui quali sono montati 200 pezzi d’artiglieria, cosicché con i vantaggi che la natura le ha dato e con le opere di difesa essa può essere ritenuta praticamente inespugnabile. La città è ampia e popolosa; si dice che contenga circa 40.000 abitanti”. Ciò scritto, fece esplodere qualche colpo di cannone “dimostrativo” per convincere la città alla resa. Era il 12 agosto 1708. Tra gli edifici colpiti, la torre del Leone, eretta dai pisani a difesa del lato sud di Castello. Un baluardo destinato a subire negli anni altri pesanti attacchi dal mare, da parte dei cannoni spagnoli (1717) e francesi (1793). Nel 1840 quel che restava della torre venne inglobato in un palazzo che domina con le sue linee neoclassiche la grande terrazza panoramica del Bastione di Saint Remy, e che oggi si appresta a essere trasformato in albergo di lusso. È Palazzo Boyl, costruito dal marchese di Putifigari Carlo Pilo Boyl. Notevole la balaustra in marmo, adornata da quattro statue che rappresentano le quattro stagioni. Curiosa la simbologia racchiusa nello stemma di famiglia, visibile al centro della facciata: una mano che tiene stretto un ciuffo di capelli (in sardo pilu) per il casato Pilo, un toro (in sardo boi) per la famiglia Boyl e lo stemma d’Aragona, a ricordare il lontano antenato che aveva aiutato gli spagnoli a prendersi la città. Dello stesso marchese di Putifigari (e del fratello Vittorio) è opera un altro edificio storico tra i più prestigiosi in Sardegna: Palazzo Boyl di Milis, nell’Oristanese, dalla spettacolare facciata rosso-ocra, sede del Museo del gioiello e del costume sardo.
La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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