San Michele a Stampace

Nella parte alta del quartiere Stampace si trova la più importante testimonianza del barocco in Sardegna. È l’antico Noviziato dei padri gesuiti con l’annessa chiesa di San Michele, che ci mostrala sua bella facciata in tufo chiaro, in cima alla salita di via Azuni. In realtà la chiesa – sovrastata da una splendida cupola a base ottagonale – si sviluppa lateralmente sulla destra, lungo via Ospedale, mentre quella che vediamo frontalmente è l’entrata dell’ex Casa dei Gesuiti, oggi trasformata in dipartimento di Medicina legale dell’Ospedale militare. Il primo nucleo dell’edificio fu costruito nei primi anni del Seicento, grazie al lascito del vescovo di Ampurias e Civita, monsignor Giovanni Sanna. Successivamente al Noviziato – tra il 1687 e il 1697 – fu eretta la chiesa, mentre i lavori della facciata, dalla struttura ispirata agli altari lignei secondo la moda tardo manieristica, continuarono per altri otto anni. Per i cagliaritani il culto dell’Arcangelo Michele riveste da sempre un significato speciale. La figura del guerriero alato è protagonista della mitica battaglia coi demoni sulle acque del golfo. E dall’anno 854 si ha notizia di un oratorio a lui intitolato, proprio qui a Stampace, nella via “de monti” (l’attuale via Ospedale), in una lettera di papa Leone IV. Ma sono i padri gesuiti, presenti in Sardegna dal 1559, ad aver trasformato questo culto e questo luogo, dove venivano formati i novizi e indottrinati i fedeli, in uno dei centri propulsivi della fede in città e in tutta l’isola. Il monogramma “IHS” della Compagnia di Gesù (che secondo tradizione va sciolto come Iesus Homini Salvator) compare ben 75 volte all’interno del complesso. È una sorta di filo rosso che lega ogni elemento architettonico e simbolico di questa chiesa e dell’ex convento: le iscrizioni, gli stemmi, i quadri, le nicchie, le sculture. E che nell’insieme possono essere letti come un unico grande libro – squisitamente barocco – fatto di citazioni e indizi.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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