Santa Gilla dove sei?

Quando nel 1258 si presero la città, i pisani sparsero il sale sulle rovine di Santa Igia. Di quella che era stata la capitale del giudicato di Cagliari non doveva restare traccia. Possibilmente neppure il ricordo. E così è stato. Osservando oggi la grande distesa d’acqua della laguna di Santa Gilla, con le spalle rivolte al colle di Tuvixeddu, non c’è un solo segno che faccia pensare che qui, per più di tre secoli, sorse una grande città. I conquistatori arrivati dal mare rasero al suolo tutte le case, il palazzo giudicale e della cancelleria, le residenze della reggente Agnese e del giudice Guglielmo. Non si salvò dalla furia neppure la cattedrale dedicata alla santa più amata, che qui chiamavano Gilla. L’altare a lei dedicato fu spostato in Castello, nel duomo intitolato come quello di Pisa a santa Maria Assunta e – per gentile concessione ai vinti – a una più rassicurante santa Cecilia. Da allora il nome sardo di Gilla fu bandito. Restò tra i pescatori, a indicare lo stagno che aveva dato da vivere a troppe generazioni per essere ribattezzato. Ma fu sconsigliato di darlo alle bambine e scomparve persino dal culto. Otto secoli di buio totale. Solo da qualche decennio gli archeologi hanno ripreso a cercare tracce dell’antica capitale giudicale e della sua chiesa. Di sicuro non è quella di Sa Illetta – sull’isolotto di San Simone, al centro della laguna e accanto al Campus Tiscali – costruita solo nel XVI secolo. E neppure quella medioevale di San Pietro dei Pescatori, ai margini del quartiere di Stampace. Ma allora dov’era la cattedrale della città rasa al suolo dai pisani con la complicità degli altri tre giudicati di Sardegna? Recenti teorie indicano la zona del Fangario e di Sant’Avendrace, sulle rive della laguna, dove oggi sorge un grande centro commerciale. Durante gli scavi per la costruzione sono affiorate più volte rovine medioevali, ritenute poco rilevanti e puntualmente interrate. Ma della chiesa nessuna notizia. Santa Gilla, dove sei?


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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