S’Avanzada

Una parete di cemento costellata da puntini colorati. Vista da lontano sembra un’installazione, un’opera d’arte realizzata sul muraglione di contenimento che fascia il costone roccioso del colle di Buoncammino. D’altra parte la Galleria d’arte contemporanea è qui a due passi, in fondo al viale alberato dei Giardini Pubblici. Ma non si tratta della realizzazione di un artista. E avvicinandoci alla parete, ecco che i puntini si svelano per quello che sono: appigli per arrampicata – maniglie, pinze, svase, tacche – dalle forme e dai colori più vari, inchiodati sapientemente lungo la parete per consentire la salita secondo diversi livelli di difficoltà. Siamo nel paradiso dei climber cagliaritani, una parete per arrampicata sportiva nel cuore della città, nel parco a ridosso delle mura e delle torri che difendevano il quartiere di Castello. E, guarda caso, questa palestra a cielo aperto, frequentata ogni giorno da appassionati di ogni età, ha ereditato il nome dall’antica salita che proprio da qui conduceva all’entrata della città fortificata: S’Avanzada. Utilizzata ogni giorno per entrare e uscire dal Castello, percorsa dai carri dei contadini che da Villanova salivano a vendere le loro merci sotto i palazzi dell’aristocrazia, S’Avanzada è stata per secoli uno dei luoghi più trafficati e vivi della città. Prima dell’attuale portale di accesso, sotto la torre di San Pancrazio, in cima alla salita c’era un’altra porta più piccola, abbattuta nel 1912 per il passaggio al primo tram. Due varchi, sorvegliati da guardie armate, che dividevano due mondi: quello di sopra e quello di sotto, quello dei ricchi e quello dei poveri, quello dei dominatori e quello dei vinti, costretti a tornarsene ogni sera nella città bassa, tra paludi infestate da zanzare, incursioni saracene e ogni sorta di pericolo. Per quei disgraziati S’Avanzada doveva essere molto più del semplice nome di una strada: la speranza, prima o poi, di spiccare il volo.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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