Sella del Diavolo


Può un luogo simbolo della città essere allo stesso tempo uno dei meno frequentati? È il caso della Sella del Diavolo. È lì da sempre. La sua silhouette morbida, adagiata sul mare, è diventata il logo turistico di Cagliari. Eppure pochissimi possono dire di averla esplorata, di averne percorso i ripidi sentieri sino in cima, da cui si gode la vertigine di uno dei più spettacolari panorami sulla città. Questo perché sino a pochi anni fa l’intero promontorio calcareo era circondato da filo spinato e da cartelli di divieto d’accesso. Ancora oggi, mentre si percorre il viale che dal borgo di San Bartolomeo conduce a Calamosca, le caserme e i segni della forte presenza militare nella zona sono evidenti. È da qui che partono i sentieri – di diversa pendenza, ben segnalati con mappe e cartelli informativi – che conducono in cima. Li hanno aperti gli appassionati di trekking e di mountain bike, ma oggi li percorrono sempre più spesso anche turisti ed esploratori meno sportivi. Una risalita di circa 45 minuti, tra olivastri, agavi monumentali, palme nane e cespugli odorosi di macchia mediterranea, che diventa anche un viaggio a ritroso nella storia di Cagliari. La Sella del Diavolo ne custodisce misteri e leggende, a cominciare da quel nome, che racconta di una battaglia tra angeli e demoni sulle acque del Poetto. Mentre camminiamo in salita, fermandoci ogni tanto a riprendere fiato e a lasciarci stordire dalla bellezza di un paesaggio selvaggio, ci sentiamo un po’ come quei marinai fenici scampati alla tempesta che su queste rocce si inerpicavano a passo svelto diretti al tempio di Astarte, per trascorrere la notte con le giovani sacerdotesse devote alla dea della fertilità e dell’amore. Le tracce di quel luogo sacro sono visibili nel pianoro roccioso in cima al colle, così come gli scavi attorno alle due grandi cisterne scavate in epoca punica e romana e ai resti della chiesetta di Sant’Elia al Monte, costruita nel 1089 dai monaci vittorini.
La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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