Villanova

Quando la gente delle campagne cominciò a stabilirsi qui, ai piedi del colle di Castello, le mura pisane non erano ancora in costruzione. A partire dal XIII secolo famiglie di contadini provenienti dal Campidano cominciarono a coltivare orti in questa striscia di terra esposta a sud e ad aprire botteghe per vendere i loro prodotti ai signori della città alta. Nasceva Biddanoa (il “nuovo paese”), oggi il quartiere cagliaritano di Villanova. Passeggiando per le sue strade strette, la sensazione è ancora quella di trovarsi in un borgo, dove tutti si conoscono e i bambini possono giocare a pallone sino a tardi in piazza. A questo si deve il successo che il rione sta rivivendo negli ultimi anni. Sempre più ricco di attività commerciali, di locali, piccoli ristoranti e pub che attirano un pubblico giovane e curioso, Villanova con le sue case a due piani dalle facciate curate, i balconcini in ferro battuto, le piazzette e i vicoli a misura d’uomo, è diventato il posto dove cercare casa o dove soggiornare in uno dei tanti b&b, combinando la quiete del paesino con la comodità di vivere in pieno centro. Non era così sino a qualche decennio fa. Devastato dai bombardamenti, abbandonato a un lungo degrado, il quartiere aveva visto morire pian piano le sue botteghe artigiane, i suoi orti e i negozietti di frutta e verdura. Fino a quando una nuova generazione di cagliaritani non l’ha riscoperto. Le vecchie case sono state ristrutturate, i balconcini abbelliti, ed eventi artistici e concertini hanno invaso i vicoli. I residenti hanno disposto fuori dalla porta di casa vasi di fiori come se la strada fosse parte integrante della propria abitazione. Inizialmente l’amministrazione tentò d’impedirlo, ma da allora tutto il quartiere è stato riempito di vasi e installazioni floreali naïf. Il Comune ha poi rifatto la pavimentazione stradale in pietra e chiuso buona parte del quartiere al traffico. Quello che si vede oggi non è che la felice conseguenza di un’iniziativa dei residenti.


La mostra “La città parlante” è stata curata da Sergio Benoni e Paolo Bazzani per l’associazione culturale Tyche. I testi e le foto della mostra sono tratti dal volume “111 luoghi di Cagliari che devi proprio scoprire” pubblicato da Emons editore, con le foto di Daniela Zedda e i testi di Sergio Benoni. La voce della città è di Carla Fiorentino.


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