Fuorimargine 2025, la danza come atto politico: “Stare indocili, oltre i confini” – Un caffè a Radio X con Giulia Muroni

«Decidere quali corpi portare nello spazio pubblico e in scena è un atto politico: la danza non appartiene soltanto a dei super corpi normati e armonici, che rappresentano appena il due per cento della popolazione.»

Trentunesima edizione per Fuorimargine, il festival di danza contemporanea del Centro di Produzione di danza e arti performative della Sardegna che dal 27 settembre animerà Cagliari con oltre due mesi di spettacoli, improvvisazioni e performance internazionali. Ospite di Un caffè a Radio X con Sergio Benoni, la direttrice artistica Giulia Muroni ha raccontato lo spirito di una rassegna che non si limita alla danza ma attraversa linguaggi e spazi differenti: «Abbiamo deciso di raccontare una possibilità di oltrepassare i margini, di stare indocili, indisciplinate, in un territorio dove non ci sono confini di genere né steccati, ma dove la sperimentazione contemporanea trova linfa dagli incontri con linguaggi differenti».

L’edizione 2025 del festival si apre con Moritz Ostruschnjak e il duetto “Cry Why“, «un duetto per pianoforti e rollerblade» in programma alla Manifattura Tabacchi, sede principale della rassegna. Ma il programma prevede incursioni nel parco di Molentargius, e alla Mediateca del Mediterraneo. Importante la sottolineatura sul carattere politico delle scelte artistiche: «Decidere che la danza non appartiene soltanto a dei super corpi normati, armonici e che restituiscono una fisicità escludente è un atto politico. Portare in scena persone con disabilità o neurodivergenze significa compiere una precisa operazione, in controtendenza rispetto a chi vorrebbe la danza confinata dentro certi corpi accademici e “sani”».

In cartellone anche lavori che intrecciano ricerca e reti internazionali, come “Comeback” di Fabritia D’Intino e Agnese Banti, o la presenza di Jan Martens con Sweat Baby Sweat, fino a Jacopo Jenna con Manifestus, «un lavoro che porta in scena l’atto fisico del manifestare, attingendo anche a codici come la breakdance e le danze di strada».

«Stare fuori dal margine diventa una prospettiva in cui sentiamo di essere situate – ha aggiunto in chiusura Muroni –. In Sardegna siamo dentro un margine, ma allo stesso tempo fuori da esso. Da questa posizione nasce il coraggio e l’ardire di sperimentare».

info e programma completo / www.fuorimargine.eu

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