Teatro in Sardegna: libertà e sperimentazione – intervista con Massimo Mancini

“Cagliari è uno spazio che pur avendo una sua marginalità geografica, essendo in un’isola, consente maggiori spazi di sperimentazione: è quindi per un operatore culturale un’opportunità di maggiore libertà, quella libertà che ha permesso di produrre cose, Macbettu in testa, che sono diventate testimoni di questo progetto. Di certo serve anche avere l’opportunità di andare nei teatri dove la stampa ne parla: nel caso di Macbettu se ricordate tutto nasce da un articolo di un critico che ne parlava male (non vedo l’ora di non vederlo – ndr) che ci ha dato grande visibilità. Certo, poi lo spettacolo deve essere bello. Ma è anche vero che non tutti gli spettacoli belli poi girano, e ci sono purtroppo molti spettacoli brutti, magari con un nome di richiamo in arrivo dal mondo televisivo che finiscono nei cartelloni. […] Quella di quest’anno è una programmazione che va alla ricerca dei nuovi linguaggi della scena contemporanea, tra cui spiccano “amarillo” della compagnia messicana Teatro Linea de Sombra e “happyland parte 1 | princess” di Eisa Jocson, entrambi in esclusiva per l’Italia”.

A Extralive, con il direttore di Sardegna Teatro Massimo Mancini abbiamo parlato di teatro in Sardegna e del Teatro Massimo, uno spazio cittadino che attraverso la progettazione condivisa e una consolidata rete di collaborazioni è riuscito negli anni a confermarsi come punto di riferimento culturale e che si prepara a entrare nel vivo della programmazione autunnale.

info / sardegnateatro.it

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