Massimo Zedda a Extralive: «A Cagliari situazioni drammatiche: serve un cambio di passo e una visione per la città del futuro»

Innovazione, coesione sociale, ma anche cantieri, viabilità e uno sguardo più ampio verso la città del futuro, con temi caldi come quello ambientale e del rilancio di alcuni quartieri. Massimo Zedda, candidato del Campo Largo per le elezioni comunali di Cagliari, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per approfondire le sue proposte, il suo piano d’azione e la sua visione, e ci ha raccontato come intende affrontare le sfide e le opportunità che la città si trova ad affrontare.

Per la terza volta potrebbe essere il sindaco della città. Cosa si prova a provarci per la terza volta?

Da un lato c’è un forte senso di responsabilità, dall’altro il bisogno di un maggiore impegno, di uno sforzo nella consapevolezza che non ci si può presentare ai cittadini raccontando ciò che si è fatto negli anni passati, ma che bisogna raccontare quello che faremo tutti insieme come coalizione. Ci sono energie nuove, idee nuove. Il mondo è cambiato, anche a causa di eventi epocali, drammatici. La pandemia, le guerre, le crisi economiche. La città è cambiata, è cambiato anche il modo di vivere la città dei cagliaritani.

Nella conferenza stampa che avete fatto per annunciare la candidatura, sono emersi temi importanti, per esempio quello del di Sant’Elia, del rilancio e della creazione addirittura di una di una seconda spiaggia cagliaritana raggiungibile a piedi o in bicicletta dalla città. Ecco, son tutte cose che magari dieci, quindici anni fa non si immaginavano. Oggi sì, perché siamo abituati a vedere la gente che si muove in bicicletta verso il Poetto, e che finalmente può usare quel ponticello che unisce la città a Sant’Elia, su cui ci abbiamo fatto una specie di telenovela.

Impiegare cinque anni per per venti metri di di ponticello. Diciamo che è stato un un record. Tenete conto che il concorso di idee internazionale, con un appalto integrato complesso per quanto riguarda il Poetto, per tredici milioni e mezzo, il tutto riuscimmo a farlo in tre anni e mezzo.

Da un punto di vista personale, Massimo Zedda in cosa si sente diverso rispetto a quello del 2011?

Intanto sono maturato. Oggettivamente sono più grande. E significa avere un approccio ancora più consapevole dei bisogni e delle necessità. Ci sono situazioni drammatiche dal punto di vista sociale in città, anche a causa dell’alto costo delle abitazioni e dei prezzi dei beni indispensabili e necessari.

E quindi c’è una realtà che è cambiata, ma che stava già cambiando nel 2011. Ricorderete che a novembre ci fu la crisi del governo Berlusconi, con una drammatica situazione dei conti pubblici, quindi, c’era già un un tema legato alla all’utilizzo serio e senza sprechi delle risorse pubbliche per garantire e non tagliare i servizi. Oggi ancor di più: ci sono nuove sfide sull’ambiente. Penso che oggi nessuno metta in dubbio che che la situazione climatica stia cambiando e anche le città quindi devono adattarsi. Quello che probabilmente anni fa poteva essere un progetto serio e giusto oggi va visto anche nell’ottica dei cambiamenti climatici. C’è la necessità del dialogo con altri popoli, con altre relazioni. Ci sono città che sono andate avanti e dalle quali bisogna copiare buone pratiche.

È cambiato tanto e allo stesso tempo, avendo riqualificato nel corso degli anni la città, c’è qualcosa da sistemare, da riaprire perché alcuni luoghi di cultura sono chiusi e alcuni sono ancora in stato di abbandono e degrado. Avete parlato di Sant’Elia, ma c’è anche San Michele, Santa Teresa a Pirri, via Castelli… ci sono ancora dei luoghi che hanno bisogno di interventi di riqualificazione importanti. Ma oggi c’è una possibilità di ripensare anche altri luoghi in sintonia con la Regione e con lo Stato. Pensate alla zone delle ferrovie, a tutto il sistema servitù militari, di Calamosca, le zone militari dismesse che sono già di proprietà della Regione. Buoncammino, il carcere. C’è da proseguire il lavoro sulla riqualificazione di Tuvumannu e Tuvixeddu.

Prima di iniziare queste cose però, c’è da riordinare la cameretta. Perché il bambino che c’era prima ha aperto tutte le scatole dei Lego e ha lasciato un po’ di disordine. Massimo Zedda come pensa di affrontare questo tema?

Quello penso sia un obbligo, una necessità. Voi giustamente chiedete: cosa farà il sindaco nei primi cento giorni? Nelle prime 12 ore dopo essere stato indicato dalla coalizione come candidato sindaco, ho preso appuntamento con la presidente della Regione, con cui ho discusso e approfondito diverse questioni, perché molte problematiche possono essere risolte solo col contributo e l’aiuto della Regione Sardegna.

E questo è un punto di forza della sua candidatura oggi: avere un asse preferenziale con la Regione.

Devo dire la verità: non avevo conoscenza diretta della presidente Todde, se non per incontri istituzionali, e mi ha colpito per la conoscenza delle problematiche, anche nel dettaglio, della città di Cagliari. Vi faccio un esempio: abbiamo parlato anche dei cantieri aperti, via Roma, viale Trieste. Via Dante. E poi la metropolitana etc. Su via Roma e viale Trieste c’è un serissimo problema che sta mettendo in ginocchio le attività commerciali. Un locale ha chiuso proprio qualche giorno fa, lasciando a casa 7 dipendenti. Negli anni abbiamo fatto tanti cantieri. Mariano Delogu, Emilio Floris, io: tutti noi abbiamo fatto tanti lavori, forse più rispetto a quelli in corso oggi. Però erano lavori organizzati, con il coinvolgimento dei residenti. Se ai tecnici si dice di dare priorità all’abbellimento prima dello studio della viabilità e dell’infrastruttura accade quello che stiamo vedendo. Non bastano gli orchestrali, serve il direttore d’orchestra. In viale Trieste sono stati eliminati completamente i parcheggi: con la presidente della Regione abbiamo stabilito che è indispensabile aprire i parcheggi della Regione alla cittadinanza, e questo darebbe una soluzione immediata ai problemi per quanto riguarda viale Trieste, largo Carlo Felice, piazza del Carmine, corso Vittorio Emanuele. Insomma tutta la zona di Stampace bassa.

L’altro elemento è via Roma, un temino da nulla.

In via Roma c’è un problema molto serio. Ho interloquito con ingegneri trasportisti, con la facoltà di ingegneria e non sono stati assolutamente coinvolti nella pianificazione dei trasporti: non c’è un piano trasportistico nonostante si stia parlando di un asse viario fondamentale. È assurdo fare l’abbellimento, cioè il giardino centrale, prima dell’infrastruttura. Nessuno di noi conosce il progetto nel dettaglio, perché non è mai stato presentato se non con qualche immagine. Qualcuno parla di mettere querce, ma voi le avete mai viste attaccate al mare?

Le prime cose da fare

Di sicuro accelerare sui lavori in viale Trieste e chiuderli in tempi rapidissimi. Accelerare sui lavori in via Roma e su quelli della metropolitana: non è possibile che la metropolitana verso piazza Matteotti, pensata nel 2006, sia ancora così nel 2024. L’altro a discussione su via Roma è quella che riguarda la realizzazione della trincea. Vi lascio immaginare cosa significherebbe chiudere le quattro corsie lato porto e far transitare tutto nelle due corsie lato portici. Per non parlare della presenza dell’acqua del mare che oltretutto è inquinata da idrocarburi. Ci sono tantissime tematiche che non sono state prese in considerazione.

E quale sarebbe la soluzione?

La soluzione è quella di dialogare con l’Autorità Portuale. Ho già parlato con il presidente per trovare soluzioni insieme. Mi sono portato un po’ avanti col lavoro, diciamo. Perché bisogna vere le idee chiare ed è una preoccupazione per tutti. Mi capita di usare il taxi e quando i tassisti ti dicono che per prendere una persona in piazza Deffenu da piazza Yenne devono dare un’attesa di 15 minuti, questo è un problema oggettivo che deve essere risolto in tempi rapidi e per farlo serve una mano anche da parte dell’Autorità Portuale.

Un altro tema è quello di via Dante

Non so se vi siate resi conto che in via Dante hanno utilizzato un tipo di pavimentazione completamente diversa rispetto a quello che c’è attorno. Non è bello il progetto e non piace ai commercianti e nemmeno ai residenti. Sul lato dei campi dell'”Ossigeno” hanno però smontato il marciapiede e rimesso le stesse mattonelline grigie che c’erano un tempo. A sinistra il Comune fa i lavori e cambia i materiali; a destra, nella stessa via, senza coordinamento con il Comune, l’ARST fa i lavori e nessuno gli dice che devono mettere materiali identici a quelli posati dall’altro lato.

Vogliamo parlare dell’accordo di programma con Palazzo Doglio sui lavori di piazza San Saturnino, dove abbiamo transenne da 4 anni?

Ormai in questa città siamo diventati collezionsti di transenne. In via Lamarmora da anni non passa l’autobus perché ci sono impalcature che impediscono il passaggio. Sotto via Santa Croce ci sono ancora le transenne che hanno sottratto centinaia di parcheggi. A San Michele, lungo il colle ci sono ancora le transenne che costeggiano le mura.

Parliamo un po’ di politica. Non le sembra che la vittoria di queste elezioni si stia dando un po’ per scontata?

Non è mai scontato nulla. Bisogna lavorare per una campagna elettorale seria, un coinvolgimento dalla popolazione, un racconto della città del futuro, conquistando sentimenti, passioni, idee e alla fine nel coinvolgimento anche consenso per vincere le elezioni. Niente è scontato. Ci sono sicuramente elementi che giocano a nostro favore, dalla candidatura che ha determinato delle fibrillazioni nel centrodestra al cattivo governo di Solinas e Truzzu. Non si deve dare però la vittoria per scontata, perché si rischia di non impegnarsi nello sforzo di raccontare e immaginare la città di domani.

Arrivano tante domande dagli ascoltatori, alcune fanno riferimento all’intervento di Renato Soru pubblicato oggi dai giornali, sull’allargamento del campo largo. Sappiamo che Massimo Zedda stava già lavorando per ricomporre un campo ancora più largo rispetto a quello che conosciamo ora. Qual è la situazione?

La Sardegna è sempre stata un luogo di sperimentazione e elaborazione politica. Noi ci siamo sempre caratterizzati non per il peso numerico, ma per il contributo di idee e nell’intraprendere sperimentazioni. A volte siamo anche litigiosi, perché siamo pochi e ci conosciamo tutti. In Sardegna si potrebbe sperimentare un allargamento, un’estensione con quelli che da sempre hanno sostenuto il campo democratico e progressista e che qualche volta si sono divisi, ma che è bene che stiano insieme su un progetto per la città. La politica deve superare i muretti a secco dai quali attendere il passaggio dell’avversario per poi colpirlo. Dobbiamo ragionare in termini di idee, programmi. Un futuro per la nostra città e per la nostra regione. Soru io l’ho incontrato anche qualche giorno fa: non c’è nessun tipo di elemento di rottura personale.

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