“La città invisibile”: domenica 17 in piazza San Domenico un incontro pubblico sul valore degli spazi di comunità

Il tessuto di una città è tenuto insieme dalle storie e dalle esperienze dei suoi cittadini e da quei luoghi in cui le occasioni di incontro e di condivisione riescono a diventare comunità. Con questo spirito un gruppo appassionato di cittadini ha chiamato a raccolta operatori culturali, artisti, commercianti e residenti per un incontro pubblico intitolato “La città invisibile – visioni di Cagliari possibili“, in programma domenica 17 dicembre a partire dalle ore 11:00 in piazza San Domenico, nel cuore di Villanova.


L’idea, sottolineano gli organizzatori, è quella di ragionare sul valore degli spazi cittadini come luoghi di incontro e sottolineare l’importanza di contesti accoglienti che favoriscono la connessione umana: «Uno spazio pubblico diventato negli anni un importante punto di ritrovo e scambio culturale.» Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive insieme a Nicola Muscas, tra i promotori dell’iniziativa: «L’appuntamento di domenica nasce da una riflessione sul valore della comunità e sull’importanza dei luoghi come punto di riferimento: allargando il campo al recente fatto di cronaca che ha riguardato il Bar Florio e Ninnos, proveremo un po’ a capire dove sta andando questa nostra città a cui tutti noi siamo affezionati. Il titolo “La città invisibile” l’abbiamo scelto perché la comunità che è venuta a crearsi in piazza San Domenico è una comunità spontanea e in qualche modo “invisibile” perché non catalogabile attraverso etichette. […] Attorno a quella piazza si è riunita una comunità vogliosa di partecipare con senso civico al dibattito cittadino. Ci saranno commercianti, residenti, operatori culturali, artisti, avvocati, giornalisti. Cercheremo di dare voce a tutte le istanze che hanno un punto di vista interessante sul punto di vista dei luoghi, a partire dal caso specifico di questo spazio ma anche in maniera più ampia su tutta la città. In queste settimane abbiamo assistito un po’ a un astruso gioco in punta di diritto su chi avesse ragione o torto: credo che una politica che deroga al diritto o alla burocrazia il dirimere di questioni che riguardano la città, sia una politica un po’ debole o un po’ furba. Una politica che non ha voglia di decidere davvero.»

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