Si inizia a parlare di Jazz Poetry poco dopo che il Jazz stesso era entrato con forza nello scenario sonoro degli anni ’20, portato a New York dal grammofono e dal nascente mercato discografico, prima ancora che la Radio, totem della prima modernità e veicolo di diffusione potentissimo, portasse il suono dello swing nelle case degli americani e poi in tutto il mondo occidentale.
Uno dei pionieri fu Langston Hughes, figura centrale della Harlem Reinassance, già nel 1925 con poesie destinate non solo alla stampa ma principalmente alla lettura pubblica, accompagnata dalla musica espressa dalla gente afroamericana.
La pratica, mai del tutto abbandonata, fu ripresa negli anni 50 dagli artisti della Beat Generation, con basi differenti ma egualmente radicali, quindi da Jack Kerouac che della corrente letteraria è l’esponente più noto ma anche da altri come Kenneth Rexroth, o anche riprendendo letture di poeti precedenti e adattando la lettura al contesto, fino al proto-rap militante di Gil Scott Heron, che all’alba degli anni ’70 prefigura la sua Rivoluzione sopra un intricato arazzo musicale funk.
La poesia recitata combinata alla musica, viva ancora oggi come parte del flusso della cultura che ha nel jazz e nella black music in genere un riferimento centrale, ha lasciato un suo segno e una sua traccia documentata e nella nostra selezione vogliamo offrire qualche esempio che merita il vostro ascolto:
STOLEN MOMENTS / TRACKLIST
1) Charlie Parker – Jack Kerouac 1958
2) The Revolution will not be televised – Gil Scott Heron 1970
3) Consider Me- Langston Hughes and Charles Mingus 1958
4) Poets to Come – John Carradine & The Jazz Canto
5) Tuskegee- Sadiq & Don Byron
6) Dog – Bob Dorough quartet -poem by L. Ferlinghetti
7) Married Blues – Kenneth Rexroth 1959
8) Marseille – Ahmad Jamal ft. Abd Al Malik
9) American Haikus – Jack Kerouac
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