Covid e turismo in Sardegna: «I numeri dicono che la stagione partirà a luglio»

La stagione turistica è ormai alle porte, ma l’incertezza legata alle riaperture, complicate dall’imminente zona rossa e da un piano delle vaccinazioni che stenta a decollare lasciano aperti troppi punti interrogativi sul comparto ricettivo dell’isola: a Extralive mattina, con Sergio Benoni e Giovanni Follesa ne abbiamo parlato con Maurizio Battelli, rappresentante con l’associazione EXTRA del settore extra-alberghiero: «Quello che vediamo ora dalle prenotazioni e dai portali è che la stagione inizierà a luglio. Cosa accadrà prima è un punto interrogativo enorme. Per maggio darei già per scontato che non ci sarà nessun turista, o comunque pochissimi arrivi.»

I vettori ci credono: «Le compagnie aeree si stanno preparando e puntano sulla Sardegna, riattivando i voli per la stagione turistica. La Sardegna resta tra le mete più ambite e più ricercate nei diversi portali dedicati al turismo. È chiaro che però il punto interrogativo è molto grande, e con l’imminente zona rossa nell’isola anche la comunicazione che poteva portarci ad essere in vantaggio su altre destinazioni in questo momento è sfumata. Non stiamo registrando cancellazioni, anche perché più del 90% delle prenotazioni prevedono la cancellazione last-minute senza costi per i turisti. Chi rischia oggi sono gli operatori, che potrebbero ritrovarsi davanti a uno scenario simile a quello dell’anno scorso in qualsiasi momento. Se invece che dopo ferragosto la stagione si dovesse bloccare agli inizi di luglio, l’impatto sarebbe devastante, visti i costi dell’apertura delle strutture e delle assunzioni.»

Controlli efficienti in entrata e in uscita: «Dobbiamo confidare in un sistema di screening e di controlli nei porti e negli aeroporti: questa è la seconda stagione e ci aspettiamo che funzioni bene. Il problema vero è però che non sappiamo se il sistema possa reggere sotto stress, con 40 o più voli al giorno. Fortunatamente quest’anno c’è la possibilità che tanta gente arrivi già con il vaccino o con un tampone negativo. Bisognerà prepararsi anche a gestire i controlli in uscita: diversi Paesi richiedono un tampone molecolare (che dovrà essere fatto in Sardegna) per consentire il rientro dei propri cittadini.»

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