Marcello Fois a Extralive mattina: «Il 2020 ha sancito la vittoria del dilettante»

Lo scrittore Marcello Fois è stato ospite di Sergio Benoni e Giovanni Follesa microfoni di Extralive mattina per tirare le somme di un anno estremamente difficile e dare uno sguardo al prossimo futuro: «Viene da dire che l’anno prossimo non può che essere meglio. Tutto quello che si è seminato negli anni scorsi lo stiamo raccogliendo oggi: il 2020 ha sancito la vittoria del dilettante, in tutti i campi: dalla politica alla sanità, al turismo, alla cultura. Il mondo è in mano al dilettante, una persona che si diletta in quello che fa, ma questo non significa che ciò che fa debba essere dilettevole per tutti. Il dilettante è un signore che fa le sue cose con grande passione, ma quando finisce il diletto finiscono le cose. Il problema è che in politica, nella cultura, nella scienza, purtroppo non ci si può permettere che le cose finiscano quando finisce il diletto. L’altro dato fondamentale è il narcisismo istituzionalizzato. Esistiamo se qualcuno ci vede. […] Oggi è più importante esistere pubblicamente che esistere sostanzialmente.»

LA POLITICA IN SARDEGNA E IL NUOVO PPR: «Il cemento è l’unico enorme partito trasversale che abbiamo in Sardegna. La destra si prende la responsabilità di maneggiarlo, ma a sinistra sul PPR cadono i governi. È tutto un gioco delle parti. Mettere mano al partito del cemento serve a tutti, e c’è chi lo fa e chi invece se lo vuole trovare già fatto nell’eventualità di un governo futuro.»

QUALE “NUOVO UMANESIMO”?: «L’umanesimo è molto distante da questi tempi: siamo in un tempo di disumanesimo, sostanzialmente. Un mondo dove non esiste un rapporto di autorevolezza, dove nessuno riconosce all’altro la possibilità di dire qualcosa. Come se io dibattessi di scienza con un fisico o un ingegnere nucleare e pretendessi di aver ragione. Qualcuno sostiene che ci siamo aperti a una sorta di partecipazione alle cose ma non è così, anzi ci siamo aperti la strada a consolarci della nostra ignoranza, del nostro razzismo. Quando non si sta attenti al linguaggio è evidente che qualcosa si è rotta. Il vero problema non è che oggi siano aumentati i razzisti o i fascisti, il vero problema è che oggi i razzisti e i fascisti non riconoscono il loro status come un problema.»

CHIUSURA CINEMA E TEATRI, UN’OCCASIONE PERSA: «In questo periodo, in tanti sarebbero potuti andare a teatro, al cinema o al museo dalle 3 del pomeriggio alle 10 di sera. Potevi permetterti di fare quelle azioni che nella vita di tutti i giorni non potevi fare. Lo straordinario va offerto alla gente: tutti i peggiori sistemi hanno ucciso per prima la cultura.»

IL LAVORO DELLO SCRITTORE PASSA PER LA CREDIBILITÀ: «Viaggio meno, mi sposto in maniera più controllata o non mi posso spostare. Nella sostanza il mio lavoro non è cambiato affatto, ma è cambiato il mio punto di vista. In questo periodo si sarebbe potuto produrre chissà cosa, ma in verità ho passato un anno a leggere e a riflettere. Non c’era lo stato d’animo dinamico e operativo. Sto cercando di capire in che modo sia possibile rappresentarsi in maniera credibile: la credibilità per me è diventata una specie di ossessione, perché sono circondato da persone incredibili e non credibili.»

ASCOLTA L’INTERVISTA