Chiudere l’ospedale oncologico Businco e il Brotzu per sostituirli con un nuovo “Ospedale della Città”: lo svela il contenuto della delibera regionale, inspiegabilmente secretata dal primo giugno, con cui il presidente Solinas mostra le carte sul progetto del nuovo ospedale cittadino. Un progetto complicato e ancora tutto da scrivere a cui però è legato anche il futuro del nuovo stadio, destinato ad arenarsi senza una modifica dell’accordo di programma siglato con il Comune, (ancora in attesa dei 50 milioni di euro promessi dalla Regione), e che rischia di bloccare anche gli interventi già in programma sui due poli ospedalieri della città: «Questa delibera blocca tutto il resto. Nessuno fa una revisione completa di un’auto che è in procinto di cambiare. In secondo luogo non ci dobbiamo dimenticare che il nuovo ospedale di Cagliari è inserito all’interno dell’accordo di programma a cui è legato il finanziamento per il nuovo stadio. Con i tempi di Ares è chiaro che ci vorranno 15 anni: senza un accordo complessivo non può uscire dalle casse regionali un solo euro per finanziare lo stadio. Questo l’abbiamo capito tutti tranne il sindaco Truzzu.»
Ne abbiamo parlato questa mattina all’interno di Extralive con Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale: «Si parla da anni di un nuovo ospedale cittadino, che doveva però sostituire i più obsoleti come il SS Trinità, il Marino e il Binaghi. Oggi veniamo a scoprire, senza averne mai discusso prima, che si parla di sostituire il Brotzu e il Businco. Il Brotzu oggi è oggetto di un lavoro di ristrutturazione integrale, con la costruzione di un corpo aggiunto, la cosiddetta “piastra tecnologica”, per 70 milioni di euro. Un progetto in fase già avanzatissima che probabilmente già l’anno prossimo sarebbe stato pronto per andare in appalto. […] È ovvio che dopo questa delibera tutto rischia di bloccarsi. Se prima avevamo il dubbio che si volesse abbandonare l’ospedale oncologico a sè stesso, oggi ne abbiamo la certezza. […] Il nuovo ospedale è ancora tutto da disegnare: non si sa dove ubicarlo, quale studio ci sia a monte. Non c’è ancora niente: si tratta dell’ennesimo intento speculativo.»
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