Vaccini ai fragili: «Caos sui diabetici sardi, discriminati rispetto al resto d’Italia»

Dalla Regione cambiati i criteri nazionali per definire chi ha diritto alla vaccinazione prioritaria.

È caos sulle vaccinazioni ai fragili, con i diabetici sardi che oggi hanno una difficoltà in più ad accedere al vaccino rispetto ai malati delle altre regioni: il protocollo nazionale infatti considera fragili i malati di diabete 1 e anche malati di diabete 2 che facciano uso di almeno 2 farmaci. In Sardegna è stato introdotto un ulteriore criterio, quello del “danno d’organo”, generando confusione all’interno del sistema. Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive mattina con Riccardo Trentin, rappresentante della Federazione Rete Sarda Diabete, che denuncia una gestione confusionaria e un diritto negato ai malati dell’isola: «Una scelta che non ci è chiara: i diabetici hanno tutti un danno d’organo, ma questa voce inserita dalla Sardegna oggi genera grande confusione. Sarebbe opportuno prendere esempio da regioni che hanno iniziato a vaccinare i fragili prima della Sardegna. C’è una raccomandazione nazionale che identifica come fragili i diabetici con codice di esenzione 013. Un codice che in Sardegna è stato invece escluso dalle raccomandazioni regionali. L’assessore Nieddu lo scorso 12 aprile ha dichiarato che tra i diabetici rientrano tra le persone estremamente fragili solo quelli con danno d’organo. Ha poi aggiunto che sarebbero stati i servizi di diabetologia a chiamare direttamente chi doveva essere vaccinato.» Una situazione di difficile gestione e penalizzante per i diabetici sardi, aggiunge Trentin: «Oggi si va avanti senza metodo. Dopo un’interlocuzione con la direzione nazionale della Sanità abbiamo chiesto che siano richiesti gli elenchi dai centri di diabetologia per far chiamare le persone con il diabete direttamente dall’Azienda Sanitaria. Nel Medio Campidano e in Gallura gli elenchi sono stati chiesti dalle ASSL locali che stanno vaccinando secondo questo criterio. Negli altri territori è invece il caos, e quello che sta succedendo è che le persone oggi vengono chiamate esclusivamente per fascia d’età. Nell’isola ci sono circa 60.000 persone con il diabete che oggi dovrebbero avere una priorità che gli viene negata.»

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