«In primavera sono cambiate le norme per la concessione dei tavolini all’aperto: è stato inserito un codicillo che chiarisce che la concessione vale solo per le attività di ristoro. Ci si lamenta del fatto che il centro storico non debba diventare la sala mensa della città e poi esiste una norma che lo apre, di fatto, solo a questo tipo di attività. Questi locali che sono dei presidi culturali oltre che sociali, garantiscono anche posti di lavoro: tra Florio e Ninnos, i due locali a cui è stata revocata la concessione del suolo pubblico per 18 mesi, stiamo parlando di una decina di persone che rischiano il posto di lavoro. Ninnos è stato sanzionato la prima volta perché aveva “musica di sottofondo”, alle 18:00. Quale bene superiore stiamo tutelando? I legali del Comune hanno parlato di “tutela della residenzialità”. Ma alle 18 non c’è nessuna residenzialità da tutelare, anzi si finisce per punire chi come me la sera va a bersi una birra dopo il lavoro, ma anche chi la mattina si alza e scende sotto casa per fare colazione.»
In primavera gli agenti della Polizia locale avevano contestato il fatto che la musica emessa dalle casse all’interno dei locali si sentisse anche nella piazza antistante a causa della porta costantemente aperta: la seconda sanzione nel giro di due anni ha fatto scattare il provvedimento. È polemica sui social dopo la decisione del Comune di Cagliari, ritenuta eccessiva da numerosi cittadini e frequentatori della zona, di revocare per 18 mesi la concessione del suolo pubblico ai locali Ninnos e Florio di Piazza San Domenico, impedendo loro di mettere tavolini all’aperto. Un provvedimento che di fatto taglia le gambe alle due attività, e che ora mette a rischio numerosi posti di lavoro. Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive con Marcello Cocco, giornalista e residente del quartiere: «Nessuno qui vuole l’anarchia, ma le regole devono essere intelligenti: nonostante ci siano degli orari stabiliti dal Comune, quasi tutti i locali anche durante l’estate liberano la piazza in anticipo. Qualcuno qui però ne ha fatto una battaglia personale e questa buona volontà si scontra contro una certa ottusità. Qua ci sono posti di lavoro a rischio e questa norma rischia di mettere in ginocchio le attività locali: abbiamo visto persone in lacrime. Qua stiamo parlando di regolamenti scritti male e applicati peggio: ieri è arrivata anche una riflessione del presidente della Commissione Attività Produttive Mannino, che dice che forse le sanzioni sono eccessive. Il Comune è in imbarazzo perché si rende conto di aver… esagerato diciamo.»
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