Cinema, Riccardo Milani a Cagliari per la presentazione di “Io, noi e Gaber”: «Un intellettuale unico che ci ha aperto gli occhi anche con grandi schiaffoni»

Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse questa la domanda da cui il regista Riccardo Milani è partito per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un grande “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine.

Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023, nell’anno in cui ricorre il ventennale della scomparsa del geniale artista, il documentario “Io, noi e Gaber” arriva in Sardegna per una serie di proiezioni alla presenza del regista Riccardo Milani. Ne abbiamo parlato ai microfoni di Radio X in compagnia dell’autore che sarà a Cagliari, per presentare il film al Cinema Odissea nella serata di giovedì 9 novembre (ore 18:00 e ore 21:00): «Sono cresciuto da piccolo con le canzoni divertenti di Gaber, ma nel tempo è diventato un’altra cosa: un grande musicista, un grande cantante e un grande uomo di teatro, perché ha inventato un genere, il teatro-canzone, attraverso il quale ha iniziato a parlare di noi, delle nostre abitudini, dei nostri difetti e della situazione politica e culturale del nostro Paese. Senza nessun compromesso, con grande coraggio e a volte anche con rabbia ha avuto sempre la capacità di indignarsi: l’abitudine al peggio non l’ha mai avuta, e ha sempre detto le cose che pensava con una chiave musicale originalissima. Una forza che l’ha distinto da tutto il resto e che ancora oggi ci manca, in un intellettuale colto e allo stesso tempo molto popolare che è diventato di fatto un riferimento per tutti noi. Realizzare il documentario è stato un lavoro lungo e meraviglioso, un viaggio attraverso la nostra storia alla ricerca di quello che è successo negli ultimi 60 anni in Italia. […] Giorgio Gaber ci ha aperto gli occhi, a volte anche dandoci dei sonori schiaffoni, mettendo in luce le nostre distorsioni. Questo film è un modo per ringraziarlo per tutto ciò che ci ha detto e ha fatto, aiutandoci a crescere»

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