Romina Mura a Radio X: «Il PD affronti le complessità, le elezioni non si vincono in queste condizioni»

«Il Partito Democratico, nei suoi rappresentanti apicali, ha evitato di affrontare le complessità che c’erano e che ora stanno emergendo. L’assemblea regionale del PD ha votato degli ordini del giorno e dei documenti che stabilivano il valore dell’unità della coalizione come fondante anche rispetto ad altre questioni che sarebbero state altrettanto importanti da considerare. Ora l’unità della coalizione non c’è più e il PD, se vuole ancora avere un ruolo di regista attivo, senza subire ricatti, deve fare ora ciò che non ha fatto prima.»

Le tensioni nel Campo largo, i crescenti dubbi e malumori interni al PD e la necessità di fare sintesi per vincere le Regionali 2024: Romina Mura, ex parlamentare del Partito Democratico, è intervenuta questa mattina ai microfoni di Extralive per ragionare sul rapporto tra gli schieramenti del centrosinistra e sul documento recentemente firmato da una parte degli iscritti del PD che apre alle primarie e chiede chiarezza sul programma: «La candidata individuata da una parte della coalizione del centrosinistra fa benissimo a parlare con Renato Soru e con gli altri attori come Graziano Milia. Ma io non mi rivolgo ad Alessandra Todde ma al PD, che deve fare un passo indietro e provare a considerare quella complessità che non ha considerato all’inizio. In politica non valgono solo i numeri, e le elezioni non si vincono in queste condizioni, andando avanti a testa bassa. Sono stata da sempre una fautrice di un ragionamento con i 5 Stelle, perché ritengo che su molti temi si possa trovare una sintesi comune. Ma non è pensabile che loro facciano la politica dei “dieci forni”. A Sassari c’è un problema politico e che oggi il gruppo consiliare del M5S non si schiodi da quella posizione non è strano: è strano che siano entrati all’interno di una giunta di destra come quella di Nanni Campus.» Perplessità anche sul programma: «Non capiamo perché non siamo stati coinvolti nella stesura del programma. Dare almeno la possibilità di lavorare al programma o di conoscerlo, sarebbe stata quantomeno una compensazione rispetto alla scelta di imporre il candidato. Invece no, ci sono 150 “eroi” di cui nessuno sa i nomi che si stanno occupando di scriverlo. Ma saranno sardi? O saranno arrivati anche loro da Roma?»

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