I partiti di opposizione della Sardegna dicono no al DL Calderoli sull’autonomia differenziata e contro la posizione favorevole espressa dai rappresentanti della Sardegna in sede nazionale chiedono le dimissioni del presidente della Regione Christian Solinas.
«Mentre partiti, sindacati e esperti si interrogavano sui possibili effetti della legge sull’autonomia sarda e soprattutto sulle finanze regionali, il progetto di legge Calderoli è stato approvato all’interno della Conferenza delle Regioni con il voto favorevole della Sardegna: su un tema così importante il Presidente ha fatto un blitz e ha preso una posizione che avrà ripercussioni su tutti senza avvisare il Consiglio regionale e calpestandone i diritti. Probabilmente non si è ancora capito il valore che avrà il DL sull’autonomia differenziata nei prossimi anni: l’articolo 8 dello Statuto è decostituzionalizzato: ciò significa che è sufficiente una legge finanziaria dello Stato per modificarlo. Il voto della Sardegna ha già creato un problema: da questo momento l’isola non potrà fiatare rispetto all’autonomia differenziata, perché ha già detto di sì.» Il capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale Francesco Agus è intervenuto questa mattina ai microfoni di Extralive per sottolineare la gravità di una situazione che rischia di minare dalle fondamenta lo Statuto Speciale dell’isola e che ha portato le opposizioni in Consiglio regionale a presentare una Mozione di sfiducia nei confronti del presidente Solinas: «Se parliamo di residuo fiscale, cioè tra soldi spesi dallo Stato e soldi incassati dalle tasse, la Sardegna è all’ultimo posto: ovviamente non è una colpa, ma una condizione strutturale data dall’insularità e dalla scarsa densità di popolazione. Se le risorse e le funzioni dovessero essere trasferite nelle regioni del nord Italia, che invece hanno un residuo fiscale positivo rispetto a quello sardo, è chiaro che ci sarebbero meno risorse per tutti gli altri. In conferenza dei capigruppo anche alcuni esponenti della maggioranza, l’onorevole Cossa e Zedda, non erano d’accordo su questa linea, al punto che l’assessore Doria si è inventato una storiella arrivando a sostenere che una discussione sul tema non sia stata possibile perché il voto sull’autonomia differenziata è arrivato all’ultimo momento con un cambio dell’ordine del giorno. Peccato che non siamo nel 1972 ma nel 2023, e tutto si trova su internet: nel testo è infatti specificato che la votazione era prevista per il 20 febbraio ed è stata posticipata di 2 settimane solo su richiesta dell’ANCI. Martedì in Consiglio regionale arriverà una discussione di merito sul tema, e la settimana successiva sarà calendarizzata la mozione di sfiducia.»
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