Dati poco chiari, carenze nella medicina territoriale e all’interno degli ospedali dell’isola e il giallo dei pareri tecnico-scientifici nascosti e la richiesta di una commissione di inchiesta regionale per far luce sui tanti aspetti bui della vicenda. Tornano ad accendersi i riflettori sulla Regione Sardegna dopo il servizio di Report sul caso delle discoteche aperte ad agosto. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, è intervenuto per parlare della vicenda ai microfoni di Radio X: «Inizialmente, quando avevamo fatto richiesta di accesso agli atti su tutti gli altri pareri del Comitato Tecnico Scientifico, mi era stato detto che il Comitato rilasciava pareri in forma orale. Fatto poi smentito dai membri del CTS. In anteprima posso dirvi che a quell’accesso agli atti fatto nel mese di giugno ho finalmente avuto risposta: mi sono stati consegnati i pareri emessi sino a quel momento. C’è una particolarità, una notizia che oggi col senno di poi va senz’altro considerata: il CTS aveva espresso parere negativo alla riapertura delle sagre e delle feste. Un parere non subordinato ai distanziamenti o all’utilizzo dei DPI.» «Penso che si debba rispettare il lavoro di chi si sta occupando di qualcosa che ormai è già in altre aule diverse da quelle del Consiglio regionale. La politica deve però interrogarsi su quanto accaduto in quei giorni e sulle responsabilità connesse a ciò che è accaduto.»
IL DOCUMENTO FANTASMA – «Mentre nelle ordinanze precedenti riguardanti le discoteche» aggiunge Agus, «quelle del mese di luglio, reiterate a fine luglio, si dice semplicemente “sentito il CTS”, l’ordinanza firmata dal Presidente alla mezzanotte dell’11 agosto utilizza un’altra formula, cioè “acquisito il parere del Comitato Tecnico Scientifico”. Ciò significa che c’è un documento che sarebbe stato utile diffondere insieme all’ordinanza.»
GESTIONE OPACA E DISPOSITIVI NON IDONEI – «Non si può continuare a governare un’emergenza planetaria pensando di poterla gestire in un territorio come il nostro senza trasparenza, con metodi opachi e in alcuni casi con decisioni più che discutibili. La sensazione è che si sia voluto creare attorno alla gestione dell’emergenza una cappa di fumo. Nessuno deve controllare, nessuno deve verificare. Ma nella gestione dell’emergenza non c’è niente che vada bene a cominciare dal modo in cui sono stati scelti gli alti dirigenti che si occupano oggi della gestione, passando per la riforma delle ASL che ha creato un disastro nella fase peggiore della sanità sarda. Senza contare gli appalti per gli acquisti dei DPI, con prezzi ben superiori a quelli di mercato. Serve trasparenza. Parliamo anche di dispositivi che devono prevenire il contagio e consentire agli operatori di lavorare in sicurezza: sapere che alcuni di questi dispositivi sono stati oggetto di sequestro perché non idonei, non può renderci tranquilli.»
I DATI DELL’EMERGENZA: «La Regione è entrata in un loop che ormai condiziona ogni loro scelta. Invece di essere chiari anche sulla gravità della situazione, hanno preferito in alcuni casi occultare la realtà. Lo diciamo da tempo: i dati in relazione al numero dei contagi, ai ricoveri, ai posti letto a disposizione e in terapia intensiva sono distanti dalla realtà. I numeri di cui parla l’assessore (Nieddu ndr), sono diversi da quelli che ci vengono comunicati dai diretti interessati che lavorano negli ospedali. Ieri ci hanno comunicato 400 ricoveri, ma ce ne sono molti di più se contiamo quelli nei reparti non-Covid, nei pronto soccorso, al Brotzu di Cagliari e in altri ospedali in cui non è ancora stato costituito il reparto Covid ma che ospitano pazienti in cura per questa patologia. Noi risultiamo essere una regione con un basso tasso di occupazione delle terapie intensive, ma è sufficiente fare una chiamata a chiunque lavori in ospedale per rendersi conto della situazione. Non ci sono più posti in TI.»
RIAPERTURA DISCOTECHE DELL’11 AGOSTO – COMMISSIONE DI INCHIESTA «Un’ordinanza emessa per la prima volta nel mese di luglio di concerto con 17 regioni italiane su 20. Il tema è oggi capire se quando il Presidente ha firmato la proroga avesse dei dati sconosciuti al Consiglio regionale, avesse fatto tutti i passaggi necessari a garantire i controlli, e in ultimo avesse acquisito il parere del Comitato Tecnico Scientifico. La situazione era anomala anche prima che se ne occupasse la tv nazionale: che la maggioranza durante una pandemia decidesse di fare la riforma delle ASL, fare la riforma delle province per regalare qualche poltrona agli amici, continuare a portare avanti la riforma della Presidenza della regione allo scopo di aggiungere 80 posti da consulente è un qualcosa che non è degna di un parere normale. Non si tratta di centrosinistra o di centrodestra. Noi crediamo che il Consiglio regionale non possa essere uno spettatore di questa situazione, sia quella passata che quella futura. Si stanno portando avanti scelte sbagliate e in alcuni casi campate per aria: noi oggi proporremo la costituzione di una commissione d’inchiesta a livello regionale per far luce sugli aspetti politici della vicenda. Il sistema sanitario sardo è al collasso e noi non siamo a Bergamo o a Brescia. È inutile raccontarci di essere gialli se poi nella pratica siamo più rossi delle regioni rosse perché non abbiamo quel sistema sanitario e soprattutto non abbiamo le regioni confinanti in cui essere accolti. Da cittadino sono molto preoccupato.»
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