“L’ora d’arte”: Tomaso Montanari a Extralive!

“Un gioco di parole che allude al fatto che un po’ tutti ci autorinchiudiamo in una specie di prigione che è la nostra incapacità di dedicare del tempo alle cose che danno il profumo alla vita. Tra queste c’è anche l’arte intesa non come un mezzo di distrazione o di evasione, ma come uno degli strumenti più potenti per diventare umani, per crescere come esseri umani. Questo è il tentativo: leggere delle opere d’arte con tutto il rigore della storia dell’arte intesa come disciplina scientifica ma in un modo che non sia autoreferenziale, cioè che sia aperto a tutti. Uno dei grandi problemi che in Italia abbiamo da sempre in questo ambito è la poca attenzione a farsi capire da tutti.”

A cosa serve l’opera d’arte? Una domanda che ci facciamo troppo poco e che ci porta al cuore del problema: rimanere esseri umani.

“C’è sempre un conflitto, c’è sempre un attrito: l’arte dipende dal potere perché gli artisti devono vivere ed è un grande strumento di propaganda, da sempre. Il rapporto tra verità e potere è un rapporto conflittuale: gli artisti tendono a dire la verità, l’arte dice la verità anche quando gli artisti non vogliono ma gli artisti sono costretti a dipendere, spesso, dal potere. Potremmo dire che questo continuo attrito tra due forze che devono stare insieme (ma vanno in realtà da parti opposte) dia i risultati migliori quando gli artisti sono molto grandi e i committenti molto intelligenti”.

A Extralive mattina, con Andrea Prost e Sergio Benoni, abbiamo parlato di arte, patrimonio umano e culturale in una interessante chiacchierata con Tomaso Montanari, saggista e professore di Storia dell’Arte moderna all’università per stranieri di Siena, a Cagliari per presentare il suo ultimo libro intitolato “L’ora d’arte”, nell’ambito della rassegna “Racconti e paesaggio” organizzata dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari.

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