Un Consiglio regionale in piena paralisi, ostaggio delle battaglie e delle guerre di poltrone interne alla maggioranza e con un bilancio ancora da approvare, e che oggi si ritrova a fare i conti con leggi e riforme impugnate dallo Stato, tra cui fa discutere quella sulle nuove province, che per essere approvata avrà bisogno di passare attraverso il referendum. La denuncia arriva da Francesco Agus, portavoce dei Progressisti in Consiglio regionale, intervenuto ai microfoni di Extralive mattina per una lunga intervista su diversi temi caldi che riguardano l’operato della Giunta guidata da Christian Solinas: «Non c’è giorno in cui nel Medio Campidano non ci sia un sindaco che prenda le distanze dall’istituzione delle nuove province. La Sardegna è in mezzo alla crisi economica e sanitaria più grande della sua storia e il legislatore pensa a disegnare le province nella carta geografica senza dotarle né di funzioni né di risorse.» Tutto ruota attorno al rimpasto: «Da mesi il Consiglio regionale si occupa solo di tre leggi: ci siamo riuniti per 66 sedute, di queste l’80% è stato dedicato al “poltronificio”, al Piano Casa e alla riforma delle province. Non riuscendo a chiudere i conti del rimpasto, Cencelli alla mano, Solinas pensa a moltiplicare le poltrone. Un tentativo destinato a fallire perché quelle promesse all’interno delle province è probabile che non possa destinarle a nessuno, mentre quelle del DL 107 ancora non ci sono, perché quella legge non è stata ancora pubblicata nel Buras.» Il rappresentante dei Progressisti si è soffermato poi sul Piano Casa, anch’esso impugnato per dubbi di legittimità costituzionale: «Oggi in Sardegna il Diritto si divide: c’è chi può pagare avvocati e permettersi di rischiare, e c’è chi deve rispettare la legge perché nella sua vita non vuole mettere in conto di compiere azioni contrarie alla legge. I primi, in questa fase, possono far finta che questa legge sia compatibile con la Costituzione, edificare e poi tra un mese, quando la Corte Costituzionale si esprimerà sull’incostituzionalità della legge, se la vedrà con gli avvocati e le istanze di demolizione delle opere costruite. Mi chiedo che immagine della Sardegna si possa offrire a chi investe quando ci definiamo come un posto dove le leggi esistono oggi ma possono cambiare domani perché non è detto che siano legittime. La legge della savana.» Malumori all’interno della maggioranza, finanziaria ancora da approvare: «Ormai sia il Consiglio comunale di Cagliari sia il Consiglio regionale non riescono più a riunirsi per discutere serenamente qualcosa di importante: in Consiglio regionale in queste settimane abbiamo visto difficoltà anche per l’approvazione di “leggine” di due o tre articoli. La scorsa settimana ci siamo dovuti bloccare per un’intera giornata per un disaccordo sulla possibilità di inserire un terzo letto all’interno delle camere d’albergo di più di 15 mq. Il Consiglio sta ragionando solo su piccole norme di dettaglio che il più delle volte sono costruite su micro interessi particolari. Nonostante siano leggine non hanno comunque mai i numeri per discuterle. […] Il presidente ha detto di sì a tutti e questo è il motivo per cui evita l’aula. Questo crea un blocco, al punto che la Sardegna non ha ancora una finanziaria. Ha approvato 4 mesi fa un testo tecnico ma siamo ancora in attesa di vedere il bilancio vero e proprio della Regione. Si parla ormai di un’approvazione entro il mese di settembre. Questa instabilità contagia anche tutti gli altri ambiti.» Una telenovela che è destinata ad andare avanti: «Tutte le attenzioni dei partiti sono rivolte al rimpasto, e difficilmente sarà possibile far produrre all’aula qualcosa di buono o meno buono, perché sarà difficile anche avere il numero legale per portare avanti le sedute. Poi c’è il fatto che per chiudere tutti i “conti”, gli assessori devono diventare 15 o 16. Oggi sono 12 e qualche scontento ci dovrà essere. È un anno che andiamo avanti in questo modo.»
Controlli Covid-19 negli scali dell’isola e mancato rinnovo dell’ordinanza: «Siamo passati da un’assurdità all’altra: sino a pochi giorni fa eravamo l’unica regione in Europa a richiedere, oltre all’attestazione di negatività, l’iscrizione ad un’app regionale. Inoltre eravamo l’unica regione ad avere una norma ancora più restrittiva rispetto a quella nazionale per quanto riguarda i posti al chiuso nei locali destinati alla ristorazione. La famosa “regola del metro cubo” che non hanno mai applicato perché è inapplicabile e che ha fatto ridere tutti e incavolare gli esercenti. Oggi invece non è previsto nessun tipo di controllo e si entra senza nemmeno l’attestazione di negatività: eppure i sardi vaccinati con due dosi sono il 20%, meno della media nazionale. Ciò significa che siamo molto lontani dall’arrivare all’immunità di gregge, inoltre gran parte dei lavoratori del turismo non è stata vaccinata con due dosi.»
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