Coronavirus e stagione estiva – Francesco Agus: «In Sardegna necessario potenziare il sistema di rilevazione e gestione dei soggetti positivi»

«In Sardegna siamo passati da una fase in cui eravamo tutti chiusi a casa, pur avendo dati di contagio non in linea col resto d’Italia e molto al di sotto delle attese, a una fase di “liberi tutti” che però non è supportato da basi scientifiche solide. Ieri abbiamo avuto l’audizione con il comitato tecnico-scientifico della Regione: le tesi di Zangrillo sono totalmente campate per aria. Non esiste un’evidenza a livello mondiale riguardo la perdita di virulenza del virus. Esiste un’evidenza clinica: cioè ci sono meno malati e meno persone che finiscono in ospedale, ma questo è un dato che può essere legato a diversi fattori, come quello climatico. Ci hanno inoltre informato del fatto che i test oggi esistenti, hanno una precisione del 75% circa. Ciò significa che ogni 4 positivi testati, uno sfugge per forza. […]».

Niente passaporti, test e autorizzazioni: dopo la riapertura dei collegamenti aerei da Roma e Milano, l’isola si prepara a gestire l’arrivo dei turisti. Ma che fine ha fatto il passaporto sanitario? Quali protocolli di sicurezza saranno adottati dalla Regione? Quali le raccomandazioni del comitato tecnico-scientifico regionale? Ne abbiamo parlato con Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale: «Anche dalla Lombardia da oggi si può si arrivare in Sardegna senza trascorrere un periodo di quarantena. A chi arriverà nell’isola verrà misurata la temperatura, sarà chiesto di compilare un modulo e scaricare l’app “Sardegna Sicura”. Misure insufficienti che rischiano di mettere in crisi un sistema sanitario già sottodimensionato. Abbiamo ancora del tempo per potenziare il sistema di accoglienza, di rilevazione e di assistenza di eventuali soggetti positivi. Nella giornata di oggi saremo in aula per discutere di questi temi, con una serie di proposte: si può anche far finta di aver calcolato tutto, ma i turisti arrivano e non hanno niente in mano, così come gli alberghi sardi, che ad oggi non sanno ancora quali protocolli seguire. Sarebbe forse stato più utile occuparsi di quello: ci interessa evitare che i prossimi mesi siano pericolosi per i cittadini e devastanti per l’economia. Le due cose vanno di pari passo…»

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