Vicende raccapriccianti, drammi e tragedie familiari che ci accompagnano per settimane, con speciali, pagine web e programmi tv che trasformano la cronaca in un vero e proprio show dell’orrore: il fenomeno della spettacolarizzazione delle notizie è ormai prassi nel giornalismo italiano, con la rete e i social a fare da cassa di risonanza a racconti e immagini degne del miglior Tarantino. Ma è davvero necessario soffermarsi su dettagli cruenti quando si riporta una notizia? Quali conseguenze potrebbe generare l’abitudine, ormai diffusa, ad alimentare e commentare il lato “pulp” della cronaca? In un momento in cui, anche a causa dei social, le opinioni sono sempre più polarizzate e i giornali confezionano le notizie appositamente per andare a caccia di visualizzazioni, solleticando la curiosità morbosa dei lettori, ci sono degli strumenti da mettere in campo per tornare a un giornalismo più sobrio? Ne abbiamo parlato a Extralive mattina con Sergio Benoni, Giovanni Follesa e con Francesca Mulas: «Fa paura osservare il crollo dell’autorevolezza di tv e giornali, che oggi rende necessaria una costante verifica delle notizie. […] È molto importante saper usare gli strumenti offerti dalla rete, purtroppo non tutti i lettori riescono e il giornalista deve essere bravo a guidarli in questo percorso…»
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