Is Mirrionis, nuove energie per il quartiere

Un nuovo progetto per Is Mirrionis grazie a un’iniziativa che riunisce le associazioni del quartiere e la Facoltà di Architettura di Cagliari: entra nel vivo il piano che porterà alla realizzazione di una “Casa del quartiere” all’ex “hangar” di Via Nebida. Inserito all’interno del più ampio investimento di sviluppo territoriale ITI Cagliari, intervento integrato da 15 milioni grazie al quale saranno riqualificati alloggi popolari, spazi ed edifici pubblici, il progetto permetterà di riunire in uno spazio comune le tante realtà che operano nel territorio e già rappresentano un punto di riferimento nel quartiere, offrendo al contempo ulteriori possibilità per la nascita di nuove imprese e iniziative.

Il progetto di riqualificazione dell’hangar di Is Mirrionis

Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive mattina con Franco Meloni, operatore attivo da 50 anni nel quartiere e tra i promotori negli anni ’70 della storica “Scuola popolare dei lavoratori”, e con Valeria Saiu e Ivan Blecic del Dipartimento di Architettura di Cagliari che all’interno di questo piano si occupano del progetto di screening sociale e territoriale “NeighbourHUB“: «Stiamo procedendo su due livelli: stiamo mappando gli spazi fisici, cioè tutti quei luoghi che hanno potenziale di uso collettivo e sociale, comprese le aree abbandonate; dall’altro stiamo provando a mappare le energie sociali, cioè tutte quelle realtà che di fatto già ora attivano gli spazi. L’occasione di questo progetto è anche quella di provare a calarci nei panni dei progettisti che guardano a questi luoghi con uno sguardo trasformativo, e in questo senso abbiamo coinvolto gli studenti del quinto anno di architettura che stanno provando a ridisegnare e dare forma a questi spazi, anche a partire dalle esigenze degli abitanti e delle associazioni che sono state intervistate nel corso di questo lavoro. A Is Mirrionis esistono molti spazi pubblici poco o sotto-utilizzati, e contestualmente esistono invece una miriade di esperienze sociali e culturali che sono in cerca di spazi. Stiamo lavorando anche su un meccanismo trasparente di assegnazione, chiaro a tutti, che potrebbe far diventare il quartiere un vero distretto culturale per l’intera città.»

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