
In collegamento dal liceo Dettori, a Extralive mattina, con Sergio Benoni e Andrea Prost abbiamo fatto una chiacchierata con lo studente-scrittore Matteo Porru, classe 2001, vincitore con il racconto “Talismani” dell’edizione 2019 del premio Campiello Giovani. Con lui abbiamo parlato di scrittura ma anche di attualità:
“Le mie mattine sono piene di scuola, nel pomeriggio dalle 15 alle 19 studio, dalle 19 alle 20… volo! Ho una grande passione per il volo per cui faccio un volo col simulatore per distrarmi un po’; poi la notte, dalle 9 alle 11, a volte tiro avanti sino all’una o le due, scrivo.
[…] Quella del Campiello è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere moltissimo a livello personale ma anche a livello professionale, perché comunque le chiacchierate erano con miei coetanei che avevano la mia stessa passione, con giurati come Philippe Daverio e Roberto Vecchioni che sono dei pozzi di scienza senza fondo…”
Sulle critiche al movimento Fridays For Future:
“Non capisco veramente dove sia la critica vera e propria di chi oggi attacca Greta Thunberg, quando dietro c’è una realtà tremendamente urgente che bisogna tentare di cambiare con tutte le forze. […] quando Greta dice che siamo ai margini di un’estinzione di massa forse aggiunge un po’ di retorica, che male non fa, ma dice cose sostanzialmente reali. Sono cose che dicono tante persone da tanti anni, ma se a dirle è una ragazza di 16 anni, l’impatto mediatico è nettamente più forte. Dietro questo movimento c’è semplicemente l’idea di una generazione che ha paura e in quella paura trova la forza per riuscire a combattere contro tutto questo.”
Voto ai 16enni: “Una bella domanda. Certo che si può proporre: però serve un’educazione al voto e un’educazione agli ideali. Bisogna formare prima di dare uno strumento, il voto è un’arma. […] io stesso ho maturato il mio ideale politico tra i 16 e i 18 anni.”
info /matteoporru.com
ASCOLTA L’INTERVISTA
Podcast: Download