Polizia locale: a Cagliari un’estate calda tra carenze d’organico e controllori da controllare

Dal controllo delle strade a quello dell’ambiente, al commercio, alle verifiche di pubblica sicurezza, agli ambiti giudiziari: quello svolto dalla polizia locale è un compito delicato che durante l’emergenza coronavirus ha richiesto uno sforzo importante da parte di tutti gli operatori sul campo. Quali sono state le criticità maggiori all’interno della città di Cagliari? E quali problematiche arriveranno con la stagione turistica? Ne abbiamo parlato in studio con Sergio Benoni, con il coordinatore dell’RSU di Cagliari Terenzio Calledda, e il Capitano Giorgio Desogus, segretario regionale del sindacato della categoria: «La polizia locale oggi a Cagliari conta circa 200 operatori.» Un numero ridotto rispetto agli scorsi anni, in cui il corpo poteva contare oltre 300 unità, e che oggi si ritrova a dover gestire una situazione complicata con un organico la cui età media è di circa 56 anni: «Dall’8 marzo abbiamo dovuto studiare una nuova attività legata al coronavirus. Nella prima fase c’è stata un po’ di tensione ma i cittadini della città di Cagliari hanno risposto con responsabilità, seguendo le direttive. Per quanto riguarda la fase due, il problema sarà quello di assistere i cittadini per gli aspetti che riguardano il sociale, non pensiamo di controllare le spiagge perché sarebbe una cosa molto complicata e in alcuni casi difficile da gestire. Il ruolo che verrà affidato ai 60.000 nuovi volontari sarà quello di accompagnare, agevolare e informare, non un ruolo di controllo che potrebbe essere interpretato male dai cittadini. Lo scorso marzo abbiamo scritto al presidente Solinas per chiedere un piano di azione che consenta di coordinare tutte le polizie locali ed evitare problemi legati ai grossi flussi turistici. Ci aspettiamo delle risposte prima dell’apertura della stagione estiva…»

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