Verso l’anno nuovo – Rossana Copez: «Arriverà quella bella pioggerella, col sole, che fa spuntare persino l’asparago»

Rossana Copez

 Ai microfoni di Extralive, in compagnia di Sergio Benoni, Giovanni Follesa e Gianluca Floris abbiamo fatto quattro chiacchiere con la scrittrice Rossana Copez, che ci ha dato qualche utile consiglio di lettura per le feste di Natale. Con lei abbiamo conversato di spiritualità e nuove prospettive per l’anno nuovo: «Ci si sta nuovamente, io spero, interrogando su un concetto che il 900 ha assolutamente messo da parte: quello della morte, che è stato rimosso dalla letteratura, dall’arte. I popoli di tutto il mondo hanno chiesto ai governi di vivere “a rischio zero”, ma vivere non è mai stato a rischio zero. E lo chiedono prendendosela con qualcuno che questa sicurezza non gliela può dare.» E ancora: «Quando c’è brutto tempo bisogna seminare aspettando che arrivi quello giusto per far crescere il seme. Credo che questo l’abbiano fatto anche tanti operatori commerciali che hanno approfittato del primo lockdown per sistemare i locali, per abbellirli, per inventare cose nuove. E così ogni umano: vivere sempre alla giornata, alzarsi ogni mattina e dire “e imoi ita faeus?” non è bello. Sono certa che tante persone che oggi si lamentano delle chiusure di cinema e teatri non sanno nemmeno che non esiste più il “Quattro fontane”. Quando riapriranno, grazie al vaccino, sono convinta che in tanti andranno, attratti dal fatto che in questi tempi ne abbiamo parlato tanto: alcuni per scoprire, altri per riscoprire questi luoghi. Io credo che cinema e teatri si ripopoleranno, e la cosa cosa che me lo fa pensare è che gli operatori e gli sceneggiatori stanno lavorando come matti. Stanno tutti seminando, e a un certo punto arriverà quella bella pioggerella, col sole, che fa spuntare persino l’asparago.»

SUL VACCINO: «Ho mandato una email alla mia dottoressa per chiederle di fare subito il vaccino! Sono in prima fila: preferirei, nel caso, morire di vaccino piuttosto che di Covid. Non gliela voglio dare vinta!»

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