Al Teatro Massimo il 2° Congresso delle Donne Sarde: «Settant’anni dopo ancora insieme, in marcia verso la parità»

Un’intensa giornata di dibattito e riflessioni per tornare a parlare della “questione femminile”, con focus su lavoro, salute delle donne, violenza di genere e rappresentanza e per ribadire l’esigenza di una modifica della legge elettorale regionale, su esempio delle buone pratiche europee, per rafforzare la doppia preferenza di genere, con strumenti che garantiscano una effettiva parità di rappresentanza nel Consiglio regionale della Sardegna. “L’inarrestabile marcia delle donne verso la parità” è il titolo del 2° Congresso delle Donne Sarde promosso da “Coordinamento 3 – Donne di Sardegna”. Un evento importante aperto a tutti i movimenti femminili dell’isola in programma il prossimo giovedì 2 giugno, ore 10:30, al Teatro Massimo di Cagliari, e che sarà possibile seguire anche in diretta streaming sul canale Youtube dell’associazione.

La locandina del primo Congresso delle Donne Sarde

Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive con la presidente di Coordinamento 3 Carmina Conte: «Domani sarà una giornata particolare. Abbiamo pensato di invitare tutte le associazioni femminili a un appuntamento dedicato a tutte le donne, ma soprattutto a una donna, Nadia Gallico Spano, sarda d’adozione che il 2 giugno del 1946 fu eletta all’Assemblea Costituente e dedicò la sua vita alla Sardegna e alle donne sarde. Una figura importante che fu tra le protagoniste del 1° Congresso, celebrato nel 1956, esattamente 70 anni fa. In questi anni le donne hanno portato avanti tante battaglie e conquistato tanti diritti, anche se molti di questi, come la parità, restano non attuati. Al primo congresso arrivarono a Cagliari da tutta la Sardegna circa 3000 donne e si riunirono anche allora al Teatro Massimo. […] Noi riteniamo che oggi la condizione della donna in Sardegna sia regredita: poco più di 4 donne su 10 lavorano, e questa è la tragedia. La situazione è peggiorata anche perché le donne che lavorano, sono mediamente figure precarie all’interno di settori poco qualificati e poco retribuite. Il lavoro delle donne si è infragilito sempre di più, ed è sempre più difficile conciliare il lavoro con la famiglia. Una madre che lavora e che magari guadagna 1200 euro al mese non può spendere 500 euro per l’asilo nido privato perché nel pubblico non c’è posto: per motivi come questo tante donne con la maternità rinunciano al lavoro.»

info / Diretta streaming / Coordinamento 3 su facebook / https://inarrestabilemarciaparita.it/

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