«Solitamente noi chiudiamo tutto il programma del festival tra gennaio e febbraio. Non potendo fare incontri fisici, abbiamo deciso di prendere quel programma e di renderlo fruibile in rete, adattandolo. Siamo comunque molto ottimisti e fiduciosi di poter fare il festival il prossimo novembre, nel rispetto di tutte le norme. È nostro dovere cercare di dare un messaggio importante: la cultura non si ferma. Dallo scorso martedì abbiamo iniziato una piccola rubrica intitolata “Di generazione virtù”. Ogni martedì alle 17 proporremo delle letture sui libri degli autori che faranno parte del festival se tutto andrà per il verso giusto.»
Mattea Lissia, operatrice culturale e organizzatrice del festival Pazza Idea, è intervenuta ai microfoni di Extralive mattina per raccontarci l’edizione 2020 della rassegna, accompagnata quest’anno dal sottotitolo “Generazione passione“: «Vogliamo mettere le generazioni a confronto. Ogni generazione ha avuto delle passioni diverse, tutte importanti, alcune al punto da trasformarsi in rivoluzioni. È molto interessante capire cosa hanno lasciato, quello che rimane nel tessuto sociale. Sarà bello incontrarsi e confrontarsi.»
Un passaggio anche sulla recente campagna d’odio scatenatasi sui social nei confronti di Silvia Romano, la cooperante internazionale rapita in Kenya il 20 novembre del 2018 e liberata dopo 18 mesi di prigionia: «un teatrino pietoso in cui tanti hanno sputato veleno senza nemmeno capire la situazione. Poteva essere nostra figlia. Un odio che ci mette davanti a un’Italietta fatta di cattolici bigotti ma in cui si è vista una grande differenza tra generazioni: chi è stato più impietoso sono quelli di una certa età. I giovani hanno visto una loro cara compagna che ha fatto un viaggio meraviglioso per aiutare ed è riuscita a tornare. Bisogna avere un occhio attentissimo nei confronti dell’utilizzo della rete, non dobbiamo mai abbassare la guardia e capire quali sono gli spazi dove possiamo lavorare.»
info / Pazza Idea Festival
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