“L’estate della mia rivoluzione”: Angelica Grivel Serra a Extralive!

Angelica Grivel Serra è una giovanissima scrittrice sarda: il suo romanzo d’esordio “L’estate della mia rivoluzione”, edito da Mondadori, è da poco in tutte le librerie. A Extralive mattina, con Sergio Benoni e Giovanni Follesa, abbiamo fatto una chiacchierata con lei per conoscerla meglio e saperne di più sulla sua storia, sul romanzo e sulla sua passione per la scrittura: «Questo libro è una storia che si potrebbe definire di formazione ma anche di sofferenza e di speranza, c’è una ragazza di 17 anni che non sono io ma che potrei essere io, ed è la storia di come lei vede il mondo. Non è una storia di rivoluzione, è una storia di rivelazione: lei cresce e quindi si vede questo suo sguardo sui coetanei e sugli adulti. La protagonista guarda al mondo dei grandi per studiarlo, per potervi accedere saltando la componente adolescenziale forse, perché coi coetanei lei non ci sa stare. E forse non ci vuole neanche stare.»

La copertina, tradimento della solonità: «La copertina del libro, che definisco sempre un po’ fatua, non si adatta alla mia “solonità”, perché io mi sento molto solona: la scelta di quella copertina è stata in effetti un po’ un tradimento! Mi hanno detto “facciamo un brain storming”, ma mi hanno proposto solo quella. Anche per il titolo è andata così.»

L’incontro con la scrittura: «La passione per la scrittura nasce con me fondamentalmente: da sempre mi nutro di libri. È un amore fagocitante: io li fagocito e loro fagocitano me; è un costante dialogo, un’ambizione e una fame costante: un desiderio di andare sempre un po’ più in alto. Sono arrivata a leggere “Le affinità elettive” di Goethe a 12 anni, proprio perché mi sentivo quasi pronta e molto presuntuosa, presuntuosissima. Forse con “Cime tempestose”, che ho letto in terza media, ho capito di avere la voglia di scrivere. L’idea ha iniziato a concretizzarsi in un novembre bruttissimo e grigio. Non sapevo cosa fare: ho cercato su internet “concorso letterario online” e mi sono messa a scrivere. Tra un racconto lungo, recensioni di ogni tipo e anche articoli di giornale ho consegnato 120 pezzi nel giro di pochi mesi.»

Valorizzare le proprie passioni, dalla playstation alla letteratura: «Sono a favore di ogni manifestazione di talento e creatività. Se uno è un genio della playstation o del computer o riesce a utilizzarle in maniera innovativa, perché no? Penso che l’esplicazione del talento e il potenziale espresso siano la benedizione più grande, mentre quello inespresso mi fa paura…»

Un romanzo che racconta un conflitto con il proprio corpo in trasformazione. La protagonista era una filiforme, bellissima e leggiadra bambina e si sta trasformando in una donna. È il motore del libro, il rapporto con il corpo? «Si, questo è il filo conduttore, l’ossatura. Poi ci sono tutti gli altri elementi che fanno da corollario. Quello con il corpo è un conflitto che sembra non risolversi anche se è sempre in divenire. Non faccio spoiler sul finale, ma più o meno… non dico che si vada a risolvere, per niente, ma per lo meno… è un lavoro di accettazione costante. Diciamo che da conflitto si passa alla fase di colloquio.»

info / librimondadori.it

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