
Continuità territoriale aerea, qualcosa si muove. – Dopo la stasi delle ultime settimane, ecco le proposte di Volotea e Ita Airways: le due compagnie infatti si sono fatte avanti per coprire non solo le rotte estive, ma per entrare nel mercato sardo per 12 mesi, nonostante l’assenza di compensazioni: «Le due compagnie che si presumeva sarebbero state in competizione per il monopolio delle tratte del nuovo bando, non si sono volute lasciar sfuggire la possibilità di operare nel mercato estivo e dapprima Volotea si è offerta per coprire le tratte per Cagliari, mentre Ita ha fatto un’offerta completa per tutte le tratte da e per gli aeroporti sardi. Si apre quindi una situazione di concorrenza, anche se solo parziale.» L’avvocato esperto di diritto comunitario Giovanni Dore è tornato ai microfoni di Extralive per fare il punto della situazione sulla gestione dei collegamenti aerei per l’isola in vista dell’estate: «Per i residenti dovrebbe esserci una tariffa fissa leggermente più bassa di quella che abbiamo pagato sino ad oggi. In caso di voli molto vuoti, i prezzi potrebbero anche essere inferiori. Per i turisti il prezzo lo farà il mercato, con tariffe molto basse nei mesi “di spalla”, sino a prezzi molto alti in caso di periodi di punta.» Ci si interroga ancora su quale potrebbe essere il modello più adatto per gestire i collegamenti con la Sardegna: «Gli oneri di servizio pubblico, dice il regolamento comunitario, intervengono quando il mercato fallisce. Già il fatto che ci siano due soggetti che annunciano la disponibilità a svolgere il servizio senza compensazioni, addirittura per un anno, significa che il mercato ha recuperato questo gap. Vedrete che la prossima volta, a Bruxelles, saranno ancora più rigidi. Lo studio effettuato dall’università di Cagliari su questi temi propone l’utilizzo del sistema spagnolo, coprendo i mesi più “neri” con una sorta di servizio onerato. Ci sono dei problemi economici su cui però serve un ragionamento, perché la Spagna, per le Baleari, che hanno un terzo dei nostri abitanti, mette sul banco circa il doppio delle nostre risorse.»
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