Femminicidio, sguardo sulle vite di chi resta: intervista con Stefania Prandi

«In Italia viene assassinata in media una donna ogni 60 ore, e mentre il numero degli omicidi diminuisce, quello dei femminicidi, in percentuale, aumenta. Così mi sono voluta focalizzare sulle conseguenze sulla società di questi crimini. Perché a pagare non sono soltanto le donne ma anche le loro famiglie. A loro restano le conseguenze. Incontrando questi familiari nel corso degli anni mi sono accorta che intraprendevano anche delle battaglie quotidiane per resistere alla violenza e cercare di cambiare la società.»

Trenta ritratti che raccontano la storia delle donne vittime di femminicidio, attraverso lo sguardo di chi resta e che non si arrende alla violenza di genere. A Cagliari, nel Foyer del Teatro Massimo dal 17 maggio al 19 giugno arriva la mostra della scrittrice, giornalista e fotografa Stefania Prandi “The Consequences”. Un lavoro frutto di tre anni d’indagine che hanno coinvolto i familiari delle vittime che attraverso la propria testimonianza e i propri sguardi raccontano le storie delle donne uccise per mano di mariti, ex fidanzati, padri e combattono perché questo non si ripeta.

Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive mattina con Sergio Benoni, Giovanni Follesa e con l’autrice Stefania Prandi: «Bisognerebbe focalizzarsi sulle vere ragioni, sociali e culturali, che portano all’uccisione delle donne. Un aspetto della narrazione sbagliato ad esempio è il fatto di presentare queste donne come delle vittime impotenti quando invece spessissimo vengono uccise quando reagiscono, quando cercano di uscire da una relazione violenta. Ma non è semplice, perché spesso la persona con cui si vive è il padre dei propri figli, si spera che cambi. Le donne non sono delle idiote che non si rendono conto di ciò che accade, la realtà è che le situazioni sono molto più complesse di come le rappresentiamo. Da fuori è facile giudicare.»

info / sardegnateatro.it / stefaniaprandi.it / prenotazione obbligatoria su EventBrite

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