Francesco Agus a Radio X: «Sullo stadio scontro aperto tra Truzzu e Solinas. Autogoal per la candidatura agli Europei»

«Stasera saremo di nuovo in aula perché manca l’ultimo articolo, il più controverso. Quello sui “lavori pubblici”, che include anche il nuovo stadio del Cagliari. Credo che il voto non sarà segreto, anche se la sensazione ieri era quella di una guerra aperta, in cui invece delle bombe volavano le fesserie, come quella che ha portato il presidente Solinas a parlare di un ospedale da costruire a Sant’Elia al posto dello stadio, senza che ci fosse un progetto e anzi con delibere che vanno in altre direzioni.»

All’interno del Consiglio regionale, dove è in corso l’approvazione della legge finanziaria, continua a tenere banco la discussione sul nuovo stadio di Cagliari: il cambio di rotta della Regione, intenzionata ad approvare il previsto stanziamento di 50 milioni solo a patto che la struttura venisse realizzata non più a Sant’Elia ma nell’area di Su Stangioni hanno infatti inasprito il confronto tra il PsD’Az e gli esponenti di Fratelli d’Italia.

Ma cosa c’è dietro il cambio di rotta da parte del presidente Solinas? Quanto pesano i difficili rapporti con il sindaco Truzzu? L’abbiamo chiesto a Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale: «La sensazione è che ci sia uno scontro aperto tra il sindaco di Cagliari e il presidente della Regione e che lo scontro riguardi lo stadio ma non solo quello. Su come andrà la questione non azzardo pronostici. Quattro anni fa c’era un iter pronto, si poteva fare. Ora non so, anche perché sono stati buttati quattro anni, il prezzo è levitato e bisogna capire anche se quel tipo di stanziamento è compatibile con le norme in materia di aiuti alle imprese e con la legge sugli stadi…» Nella discussione pesa l’obiettivo di sostenere con il nuovo stadio la candidatura di Cagliari per gli Europei 2032: «dire pubblicamente che non si sa nemmeno dove farlo, con un ente che pensa di farlo altrove e il Comune, titolare della pianificazione urbanistica, che giustamente ha lavorato per uno stadio a Sant’Elia, non rema nella direzione del farci sembrare seri a chi dovrà scegliere dove fare una gara per una competizione sportiva internazionale.»

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