Guerra in Ucraina, dalla Sardegna partono le carovane della solidarietà: «Campi profughi al confine con la Polonia. Chi può ci aiuti»

Una delle ambulanze che hanno portato in Sardegna i profughi ucraini

«Abbiamo superato la frontiera ucraina per consegnare i medicinali, e abbiamo visto delle cose che i nostri colleghi giornalisti non ci avevano ancora raccontato: esistono tre campi profughi nelle campagne ai confini con la Polonia: accampamenti spontanei dove la gente è in attesa di una destinazione, di una notizia, di un parente. Le ONG si fanno vedere, non c’è quindi un problema di cibo ma c’è un problema igienico enorme e una grande disperazione.»

È sbarcata questa mattina a Olbia la prima carovana della solidarietà partita per soccorrere i profughi in fuga dalla guerra. Una missione che dopo aver fatto arrivare in Ucraina un carico di medicinali, insieme con l’associazione Sos di Elmas ha portato in Italia circa 80 profughi. Ne abbiamo parlato all’interno di Extralive con Claudio Cugusi, presidente regionale di Anas Sardegna e promotore dell’iniziativa: «Con questo primo viaggio abbiamo portato in terra sarda 17 persone, mentre 20 sono dirette verso Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, dove un’associazione si è offerta di gestire l’accoglienza. Una cinquantina vanno oggi in provincia di Foggia. Ogni giorno da tutta Italia ci occuperemo con l’unità di crisi di far arrivare in Sardegna e in altre regioni tutte quelle persone, principalmente donne con bambini, che in fuga dalla guerra saranno accolte dalle famiglie che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierle qui in Italia. […] La missione continua e anzi approfitto di questo spazio per fare a un appello a chi ha dei pulmini da 9 posti e abbia voglia di venire con noi. Organizzeremo due-tre viaggi alla settimana dalla Sardegna con un carico di medicinali e, al ritorno, porteremo con noi le persone in fuga dalla guerra. Parliamo di persone come noi che sino a qualche giorno fa sapevano che c’erano tensioni nel paese ma lavoravano in un paese con una buona economia e che di punto in bianco si sono ritrovate in mezzo a una strada, senza casa, a dormire nei boschi.»

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