Mario Incudine a Extralive: «Vi racconto la storia di Modugno prima di “Volare”»

Ha preso il via con “Mimì / Da Sud a Sud sulle note di Domenico Modugno”, il nuovo cartellone del CeDAC Sardegna. Lo spettacolo, con la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, testi di Sabrina Petyx (dal 18 al 22 maggio 2021 – Teatro Massimo di Cagliari, 23 e 24 maggio 2021 – Nuovo Teatro Comunale di Sassari, 25 maggio 2021 – AMA Auditorium Multidisciplinare di Arzachena) che vedrà in scena l’attore, cantautore e musicista siciliano Mario Incudine con Antonio Vasta – pianoforte, fisarmonica e organetto, Manfredi Tumminello – chitarre e bouzouki e Pino Ricosta – contrabbasso e percussioni, sarà il primo di 5 appuntamenti che accompagneranno la riapertura degli spazi teatrali nell’isola.

Mario Incudine ci ha raggiunto ai microfoni di Extralive mattina per raccontarci l’emozione della prima e la storia di questo spettacolo: «Dopo un anno e mezzo di chiusura appena ieri ho visto il pubblico me lo sono mangiato! Questo è uno spettacolo che amo tantissimo, che spacca la quarta parete e in cui c’è un abbraccio, un bel coinvolgimento col pubblico. Uno spettacolo che racconta uno spaccato d’Italia e tutto quel Modugno “pre-Volare”, quello che si finse siciliano e che scrisse cose straordinarie e che mi piace tantissimo interpretare perché rappresenta un punto di contatto tra le mie due grandi passioni, la musica e il teatro. L’idea è quella di recuperare il repertorio di un artista che poi è diventato famoso in tutto il mondo ma che anche prima aveva scritto cose spettacolari: uno dei brani presenti nello spettacolo, “U pisci spada” Modugno lo usava in Francia per aprire i concerti di Gilbert Bécaud. Queste cose non si sanno, questo repertorio è poco battuto, e io lo volevo riportare alla luce. […] Quando si cerca un posto nel mondo, per chi arriva dalla provincia come me e come lui è molto più difficile. In questo spettacolo raccontiamo la mia, la sua la vita di tutti i sognatori, di tutti quelli che si barcamenano nel mondo dello spettacolo e lo fanno con una certa ansia, con una tempesta dentro che devono sfogare.»

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