Prima regola: vietato parlare di “White rabbit Red rabbit”

Una sedia, un tavolo, due bicchieri, gli orpelli concessi.

Un’attrice o un attore che si cala nella parte per un’unica volta, senza regia e senza prove, apre la busta sigillata che contiene il testo già sul palco e ne condivide il contenuto con il pubblico.

Il qui e ora nella sua massima espressione.

Questo è White rabbit red rabbit: un vero e proprio esperimento sociale sotto forma di spettacolo, scritto dall’iraniano Nassim Soleimanpour nel 2010, all’età di 29 anni, in un momento in cui non aveva possibilità di comunicare con l’esterno del suo Paese. Uno spettacolo unico nel suo genere che mette alla prova attori e spettatori, legati da un patto di complicità e riservatezza, e che arriva a Cagliari dopo un giro dell’Italia che dura ormai da un anno e mezzo.

Ne abbiamo parlato al Radio X Social Club con Sergio Benoni, con gli attori e con Valeria Orani del centro 369gradi che ne cura la produzione per l’Italia, durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna, in programma al Teatro Civico di Castello con quattro appuntamenti che vedranno alternarsi sul palco Tiziana Troja (21 luglio), Elio Turno Arthemalle (27 luglio), Michela Sale Musio (3 agosto), e Gianni Dettori (10 agosto).

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