“La musica è l’unica vera costante della mia vita” :: Un caffè a Radio X con Matteo Sau

Da giornalista a cantautore: Matteo Sau è l’ospite di questa puntata di “Un caffè a Radio X”. Intervistato da Giuseppe Murru, ai nostri microfoni ha raccontato il suo percorso artistico e umano, dagli esordi fino alla scelta di dedicarsi anima e corpo alla musica, ripercorrendo le sue prime esperienze in redazione – a partire da Radio Press: “Era un ambiente costruito molto sull’entusiasmo, e lì ho imparato cosa significa parlare con la voce, non solo cantare”.

Il legame con la musica di Matteo Sau però nasce in tenera età: “Quando avevo cinque anni, suonavo la chitarra davanti ai miei nonni immaginando stadi pieni. La passione non mi ha mai abbandonato”.

Una costanza che oggi si traduce in un impegno professionale serio, nonostante le difficoltà di chi in Italia lavora con la musica: “Viviamo in un mondo in cui se fai l’ingegnere non devi essere Renzo Piano, ma se fai musica e non sei famoso, sei un fallito. In Italia manca il riconoscimento della professione media dell’artista. Io la musica la affronto con rispetto, e verso i contributi come musicista e come giornalista”.

Il suo ultimo lavoro, Quanto mi costa la felicità, è uscito a marzo 2024 con “La stanza nascosta”: “È il mio secondo album in studio – racconta – sono un po’ a rilascio lento, ma ogni progetto ha bisogno del suo tempo”.

In chiusura, un passaggio sul suo rapporto con lo strumento che più lo rappresenta: la chitarra: “Avevo fame di chitarra. Suonavo con quella di mio nonno, con il manico storto. Poi, per la cresima, il mio padrino mi regalò una chitarra vera: da lì è iniziata la collezione.”. Oggi ne possiede molte, ciascuna legata a una sensazione, una sfumatura, un ricordo: “Forse è un modo per colmare un vuoto. Ma viva gli strumenti, sempre”.

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